venerdì 14 dicembre 2018

Casi citologici giorno 11 dicembre 2018


Caso 1: cane, razza Boxer, sesso ed età non segnalati; splenomegalia, eseguita FNCS ecoguidata.
Domina il campo l’esfoliazione di elementi linfoidi monomorfi, di medie dimensioni, a citoplasma debolmente basofilo, talora di aspetto plasmocitoide, contenente nucleo rotondo di medie dimensioni, dotato di cromatina granulare e centrato da voluminoso nucleolo prominente, in attività mitotica sporadica; questi elementi si associano a rari linfociti maturi o in maturazione e macrofagi occasionali a citoplasma contenente microglobuli acromatici o basofili. 


 Il quadro è indicativo di un linfoma ma il dubbio sorge nel momento stesso in cui decido di classificarlo; sulla base morfologica opterei per un linfoma a medie cellule macronucleolate, espressione citologica del linfoma di zona marginale (MZL, Marginal Zone Lymphoma), ma non saprei escludere con certezza un linfoma immunoblastico; perché macerarsi in questo dubbio amletico, una volta che la diagnosi di linfoma è certa? Per la semplice ragione che i due tipi di linfoma manifestano comportamento completamente diverso, indolente e generalmente a progressione lenta il linfoma MZL, aggressivo ed a progressione veloce il linfoma immunoblastico; non conosco caratteri citomorfologici codificati o markers immunologici sulla cui base emettere una diagnosi certa e solo con una valutazione istologica, basata sull’aspetto morfologico delle strutture follicolari neoplastiche, è possibile una diagnosi definitiva, anche se questo imporrebbe procedimenti molto invasivi, come la rimozione dell’intera milza. MI piacerebbe sapere l’opinione di che ha avuto esperienze dirette con la necessità di una diagnosi definitiva!

 
Caso 2: gatto, DSH, 17 anni, FS; neoplasia sottocutanea localizzata in regione dorsale del torace, eseguita FNCS.
Campione ematico, popolato da detrito granulare di aspetto necrotico, cui si associa la presenza di modesta cellularità infiammatoria di tipo prevalentemente granulocitario neutrofilico, macrofagico e linfocitario; sporadicamente è possibile osservare rarissimi elementi a citoplasma caudato o fusato, debolmente basofilo, contenenti nucleo ovoide modicamente dismetrico, a cromatina grossolana e nucleolato; malgrado la diagnosi sia difficile, la presenza di detrito necrotico con elementi fusati atipici mi fa propendere per il campionamento di un sarcoma dei tessuti molli, forse un sarcoma da inoculo, considerata la sede; probabilmente l’ago ha pescato in un’area lesionale necrotica, frequente in questo tipo di neoplasia, con tendenza alla localizzazione centrolesionale; per approfondimenti potrebbe avere senso una ripetizione del campionamento mantenendo il pescaggio dell’ago in sede tangenziale e periferica, dove aumento la possibilità di prelevare cellule neoplastiche diagnostiche.



martedì 4 dicembre 2018

Casi citologici giorno 27 novembre 2018


Caso 1: cane, razza Shih-Tzu, sesso ed età non segnalati; campionamento di massa surrenalica.
Faccio riferimento al bell’articolo dell’amico e collega Bertazzolo (Bertazzolo W et al. Accuracy of cytology in distinguishing adrenocortical tumors from pheochromocytoma in companion animals. Vet Clin Pathol. 2014 Sep;43(3):453-9), nel quale si distinguono mirabilmente I principali tumori surrenalici; in questa pubblicazione si contrappongono le neoplasie corticali per i loro caratteri rappresentati soprattutto da citoplasma contenente microglobuli acromatici e quelle midollari, dove invece le cellule presentano prevalentemente citoplasma eosinofilo microgranulare; nel caso in questione le cellule sono rappresentate da citoplasmi di medie-grandi dimensioni, eosinofili, uniformi, privi di globuli, contenenti nucleo rotondo modicamente dismetrico, a cromatina irregolare, talora nucleolato; le cellule neoplastiche si aggregano in lembi discoesi bidimensionali, dove si distribuiscono talora in filiere e dai quali si distaccano cellule singole e frequentemente nuclei nudi; l’unica caratteristica che non è presente nel caso in questione, malgrado descritta, è la distribuzione perivascolare; su questa base considero una diagnosi di feocromocitoma come definitiva. Questa diagnosi è indispensabile per il chirurgo che deve rimuovere la neoplasia, poiché, essendo essa dotata di capacità di increzione di catecolamine, potenziale causa di alterazioni pressorie di difficile gestione intraoperatoria, deve essere affrontata con cognizione di causa.





 
Caso 2: cane, meticcio, sesso FS, età 11 anni; neoplasia cutanea, sede anatomica non specificata.
Ogni tanto è piacevole passeggiare su casi facili da diagnosticare, come questo mastocitoma a scarsa differenziazione morfologica; anche per questo caso faccio riferimento all’articolo del collega e amico Scarpa, tra l’altro citonauta di primo imbarco (Scarpa F et al. Cytological grading of canine cutaneous mast cell tumours. Vet Comp Oncol. 2016 Sep;14(3):245-51), dove vengono descritti i caratteri morfologici che permettono di individuare un mastocitoma a comportamento ritenuto aggressivo. In questo caso si rilevano molti dei criteri di diagnosi  e distinzione del mastocitoma a scarsa differenziazione morfologica descritti nell’articolo, che sono rappresentati da dismetrie nucleari, nuclei multipli e mitosi atipiche, mentre non sono presenti i profili bizzarri del nucleo, quarto carattere morfologico di diagnosi; secondo le correlazioni, questi caratteri morfologici permetterebbero di predirre con relativa precisione una diagnosi istologica di mastocitoma di III grado secondo la classificazione di Patnaik o il grado alto secondo Kiupel, a loro volta associati a comportamento aggressivo della neoformazione e conseguentemente soggetto ad indagini di stadiazione pre-chirurgica e di follow-up serrato. La cosa più importante è che finalmente viene rimosso, dai criteri di diagnosi, il quantitativo di granuli citoplasmatici, criterio di scarsa utilità nel riconoscimento della differenziazione morfologica e nell’identificazione dell’atipia.