giovedì 28 novembre 2019

Casi citologici giorno martedi 26 novembre 2019


Caso 1: Gatto, DSH, 18 anni, MC; campionamento di massa mediastinica; campionamento per agoinfissione ecoguidata. Mi scontro volentieri con convinzioni cliniche che collocano una massa nel mediastino, quando il campione citologico è rappresentato da elementi epiteliali con aspetti di atipia, aggregati in lembi irregolari o con aspetto pseudopapillare, soprattutto in presenza di necrosi diffusa; mi scontro volentieri perché sono pronto a scommettere che la massa non è mediastinica, ma polmonare e nello specifico un carcinoma con aspetti papillari; quali masse mediastiniche conosciamo con queste caratteristiche? Non esistono proliferazioni mediastiniche con caratteri epiteliali, con l’eccezione di masse tracheali o esofagee, che sono rarissime e non hanno questo aspetto; un carcinoma timico sarebbe ancora più raro, soprattutto se consideriamo che non sono presenti elementi linfoidi; conseguentemente tendo a non credere alla sede mediastinica e a pensare piuttosto a una neoplasia polmonare di grandi dimensioni, che abbia ingannato l’imaging con il suo aspetto. Che presuntuoso, vero?





Caso 2: Cane, meticcio, 10 anni, MC; campionamento della prostata; campionamento per agoinfissione ecoguidata. Partiamo dal presupposto che non è segnalato l’aspetto della prostata: esfoliano numerosissimi elementi infiammatori di tipo granulocitario neutrofilico, con aspetto cariolitico, in fagocitosi di batteri coccoidi (by the way, strana la fagocitosi di cocchi nell’apparato urogenitale, dove le infezioni sono sostenute soprattutto da bastoncelli come E coli); con gli elementi infiammatori si rileva la presenza di elementi epiteliali a citoplasma rotondeggiante, talora poligonale, caudato basofilo, occasionalmente cheratinizzato, contenente nucleo rotondo modicamente dismetrico a cromatina irregolare, in aggregati discoesi. l’aspetto delle cellule epiteliali presenti suggerisce un’origine transizionale dai dotti e non dal parenchima ghiandolare: l’associazione tra l’aspetto delle cellule transizionali, modicamente dismetrico e la flogosi suppurativa settica non permette di distinguere tra una flogosi settica primaria con displasia epiteliale e una neoplasia uroteliale primaria con flogosi secondaria; in assenza di dati relativi alla lesione prostatica, suggerirei un tentativo di risoluzione del quadro settico e una nuova valutazione citologica delle lesioni prostatiche, nel tentativo di indagare se davvero sia presente una neoplasia o se le alterazioni rilevate siano conseguenza di fenomeni reattivi dell’epitelio.




 

Caso 3: Gatto, DSH, 15 anni, FS; campionamento di lobo epatico disomogeneo; campionamento per agoinfissione ecoguidata. E quando i campioni provenienti da un fegato con alterazioni ecografiche sono fatti da epatociti virtualmente normali, con accumulo minimo di microglobuli citoplasmatici occasionali e con lieve dismetria nucleare, espressione soprattutto di rigenerazione, aggregati in lembi tridimensionali di aspetto trabecolare a margini netti? Non c’è soluzione, un fegato come questo è virtualmente normale, per cui le uniche considerazioni possibili sono o che non è stato campionato tessuto patologico oppure che quello che è stato prelevato era interessato da una forma di iperplasia nodulare, tipicamente costituita da epatociti virtualmente normali. Ovviamente si rende indispensabile il riscontro di confronto con il dato relativo a cosa il clinico intenda con la definizione di “disomogeneo”: nodulare, iperecogeno, ipoecogeno, a margini irregolari o cosa altro?

 

venerdì 15 novembre 2019

Casi citologici giorno martedi 12 novembre 2019


Caso 1: cane, versamento ascitico.
Mi rimangio tutte le beghe che tiro sempre sulla necessità dei dati clinici, anamnestici e dei valori chimico-fisici per inquadrare un versamento, perché. anche solo per casi sporadici, l’aspetto morfologico è diagnostico da solo, senza ulteriori necessità; il caso in questione è emblematico, dove sedimentano strutture molto grandi, valutabili a piccolo ingrandimento, con profilo irregolarmente rotondeggiante (figura 1) e che sono riferibili a larve di terzo stadio d Mesocestoides spp; ad elevato ingrandimento sono emblematiche le piccole cellule indistinte mesenchimali che formano il corpo parassitario e soprattutto le concrezioni mineralizzate rifrangenti multiple (figura 2), specifiche dei cestodi, definite in vari modi, che chiameremo corpuscoli calcarei; queste strutture originano in vescicole citoplasmatiche e sono costituite da matrice organica e inorganica, rappresentata sorpattutto da calcio, magnesio e carbonato; la loro funzione è ignota ma se ne ipotizza un ruolo protettivo, quando il parassita attraversa l’ambiente acido dello stomaco, oppure per sequestro del calcio, per proteggere i tessuti dalla calcificazione; ancora potrebbero essere prodotti di escrezione per via tegumentaria, ma qualunque sia il loro ruolo, rappresentano la peculiarità morfologica che, nel contesto rappresentato dalle immagini, è estremamente caratteristico per la diagnosi. Per bellissime notizie sulla morfologia, la clinica, la citologia di questa infestazione e sul ciclo vitale del parassita invito tutti alla lettura dell’articolo intitolato “Cytological diagnosis of peritoneal cestodiasis in dogs caused by Mesocestoides sp” di Caruso KJ et al, apparso sul VCP, 2(32) del 2003 a pag 50. Ringrazio Andrea Grassi per avermi riferito il caso.




Caso 2: cane, Segugio, M, neoformazione regione del fianco.
Esfoliano elementi rotondocellulari numerosi, di grandi dimensioni, a citoplasma debolmente basofilo,o talora anfofilo (ricordo, in parole povere, cosa vuol dire: tonalità basofila e eosinofila coesistenti) e nucleo paracentrale, dismetrico, a cromatina grossolana, talora doppio o multiplo; suddividendosi le possibilità diagnostica tra neoplasie di origini soprattutto istiocitaria e plasmocellulare per quale optereste? Io sono propenso a pensare ad una neoplasia plasmacellulare, di cui consiglierei stadiazione clinica, poiché con le atipie serpeggianti, non mi fiderei completamente di una diagnosi di plasmocitoma extramedullare e vorrei escludere prima eventuali coinvolgimenti splancnici. Altre idee diagnostiche?




Caso 3: cane, razza Pastore Tedesco , M, 11 anni, ingrandimento del testicolo.
La diagnosi più facile del mondo: tumore a cellule di Leydig. La fate a piccolo ingrandimento solo rilevando le disposizioni perivascolari di cellule a citoplasma fusato o indistinto, contenente microglobuli acromatici, con nucleo lievemente dismetrico. La diagnosi è facile e tranquilla è la gestione clinica, con l’unico consiglio di sottoporre il testicolo a verifica ecografica, in modo da escludere che accanto al tumore a cellule di Leydig non si annidino neoplasie maligne adiacenti o a carico del testicolo controlaterale, come un seminoma.




Caso 4: gatto, CE, 10 anni, MC, neoformazione guancia.
Caso tipico, dove l’assenza di informazioni cliniche e soprattutto l’assenza di informazioni sul tipo di campionamento, rendono la diagnosi un’operazione indeterminata. Tuttavia, se dovessi fidarmi dei rilievi morfologici, la presenza di elementi epiteliali a citoplasma rotondeggiante, talora cheratinizzato e la dissincronia maturativa del nucleo mi indurrebbe soprattutto a pensare a un carcinoma squamocellulare; non so escludere con certezza che le alterazioni morfologiche siano espressione di una forma grave di displasia epiteliale conseguenza della flogosi presente, soprattutto suppurativa, apparentemente non settica e subordino la diagnosi ad un confronto con il clinico.



martedì 29 ottobre 2019

Casi citologici giorno martedi 29 ottobre 2019


Caso 1: cane, razza Bovaro del Bernese, sesso MC, età 8 anni; campionamento del fegato; dati clinici e anamnestici non segnalati.
Il campione è dominato da aggregati voluminosi di cellule a citoplasma indistinto, debolmente basofilo, contenente nucleo rotondo lievemente dismetrico, a cromatina compatta; nel contesto aggregativo manifestano frequentissima disposizione microacinare; i lembi circostanti sporadici di epatociti sono interessati da danno aspecifico reversibile modesto, aggregati in lembi coesi bidimensionali, attraversati da stampi di materiale biliare.




Come sempre la carenza di informazioni cliniche e anamnestiche apre scenari variopinti su cui
lasciar decollare le idee: dando per scontata la presenza di una neoplasia epiteliale, direi che su base morfologica, ipotizzerei la presenza di un carcinoide epatico, neoplasia a derivazione neuroendocrina, presumibilmente dalle cellule ovali, elementi progenitori epatici; in alternativa ipotizzerei un’altra neoplasia a carattere neuroendocrino, primaria o metastatica, oppure la metastasi di un carcinoma dei sacchi anali, mentre riterrei poco probabile la possibilità di un colangiocarcinoma o della metastasi di un adenocarcinoma, soprattutto sulla base della scarsità delle atipie.


Caso 2: gatto, razza DSH, sesso MC, età 7 anni; campionamento di neoformazione splenica.
I caratteri morfologici mi fanno dubitare tantissimo dell’effettiva provenienza splenica del campione, in quanto sono virtualmente assenti elementi linfoidi e dominano cellule epiteliali a scarso citoplasma indistinto e nucleo ovoide a cromatina compatta; negli aggregati si rilevano disposizioni in palizzate e, qualora fosse confermata l’origine splenica della massa, ipotizzerei la metastasi di una neoplasia primaria, tra cui soprattutto un carcinoma intestinale.




Caso 3; cane, razza Meticcio, sesso FS, età 11 anni; stadiazione di mastocitoma, campione splenico.
Caso facilissimo, dove la morfologia cellulare splenica, rappresentata da rari linfociti polimorfi e da plasmacellule, si inchina allo strapotere numerico di elementi mastocitari a citoplasma scarsamente granulare, singoli o in gruppi numerosi, espressione pressochè patognomonica di un’estensione metastatica del mastocitoma descritto in anamnesi.


Casi citologici giorno martedi 15 ottobre 2019


Caso 1: gatto, DSH, sesso MC, 10 anni; campionamento del parenchima epatico; dati clinici e anamnestici non segnalati.
Esfoliano sporadici epatociti, interessati da fenomeni modesti di danno aspecifico e reversibile, riferibile a steatosi microvescicolare, organizzati in piccoli lembi; gli epatociti sono circondati da numerosissimi elementi rotondocellulari di aspetto linfoide, di medie-grandi dimensioni, prevalentemente monomorfi, a citoplasma variabilmente basofilo, contenente microglobuli acromatici e nucleo rotondo a cromatina granulare o grossolana, nucleolato.



Secondo la descrizione riportata nel testo di Meuten aggiornato nel 2017, con l’eccezione del linfoma epatosplenico e del linfoma epatico epiteliotropo, si evince che il linfoma epatico non è una neoplasia epatica primaria ma è soprattutto espressione di una distribuzione generalizzata ad altri organi: conseguentemente si rende necessaria e cruciale la stadiazione clinica, che comporti la valutazione citologica dei parenchimi splancnici, del midollo ematopoietico e del sangue periferico.

Caso 2: gatto, DSH, sesso FS, 4 anni; nodulo del naso a livello mucocutaneo.
Il campione si caratterizza per esfoliazione di elementi di grandi dimensioni, a citoplasma rotondeggiante, anfofilo, ossia dotato di una risposta ai coloranti che comporta un doppio cromatismo, basofilo di fondo, con alone eosinofilo riferibile ad arcoplasma e nucleo rotondo, a cromatina granulare, nucleolato, costantemente eccentrico; i caratteri morfologici depongono per una proliferazione plasmocellulare, direi un plasmocitoma extramedullare, anche se la diagnosi sarebbe subordinata ad una stadiazione che escluda i coinvolgimenti del midollo ematopoietico o di altri parenchimi; malgrado la natura rotondocellulare degli elementi neoplastici, è frequente la tendenza ad aggregarsi in gruppi discoesi, talora attraversati da assi capillari (foto 1a); questa tendenza potrebbe essere spiegata dal fatto che a volte il plasmocitoma si distribuisce in aree compatte sepimentate da assi stromali vascolarizzati.





Caso 3: cane, razza Yorkshire, sesso M, età 14 anni; noduli confluenti sottocutanei in regione del dorso; sospetto di pannicolite.
Malgrado il fondo sia rappresentato da globuli acromatici numerosi e di calibro variabile, riferibili a materiale lipidico, di presumibile origine adiposa, non si rilevano i caratteri classici della flogosi, bensì la presenza di elementi rotondocellulari di medie-grandi dimensioni, a citoplasma debolmente basofilo, contenenti nucleo rotondo a cromatina grossolana, nucleolato.



I caratteri individuano un linfoma cutaneo, ma l’associazione con abbondante materiale lipidico inducono a sospettare una forma del linfoma del gruppo PTCL (Peripheral T Cell Lymphoma), denominato linfoma panniculitis-like, che origina dai linfociti T citotossici e si presenta clinicamente in tutto simile a una pannicolite, per la sua tendenza a proliferare nell’interstizio del pannicolo adiposo; ovviamente sarebbe necessaria una conferma istologica e fenotipica.

giovedì 18 luglio 2019

Casi citologici giorno martedi 16 luglio 2019


Caso 1: coniglia, FNA di massa cutanea in regione addominale; dati clinici e anamnestici non segnalati.

Per gli amanti del coniglio, come me, e dei suoi ruggiti, vi propongo un caso classico di citologia diagnostica: esfoliano numerosi elementi epiteliali a citoplasma indistinto, talora a profilo cuboidale, debolmente basofilo, occasionalmente contenente microglobuli basofili, recante nucleo rotondo dismetrico, a cromatina grossolana, sporadicamente nucleolato; gli elementi descritti si organizzano in lembi discoesi bi-tridimensionali, talor ain figure microacinari, da cui si distaccano piccoli gruppi o cellule singole, disperse alla deriva sul fondo dell’allestimento sotto forma di elementi necrotici; la necrosi è rappresentata da corpi cellulari ancora riconoscibili, contenenti nucleo picnotico o carioressico e da accumulo concomitante di detrito granulare.

Il quadro individua un processo proliferativo epiteliale maligno, indicativo di un carcinoma di presumibile origine mammaria; nel coniglio la maggior parte dei tumori mammari è rappresentata da carcinomi, con potenzialità a sviluppare metastasi linfonodali e polmonari, da sottoporre a verifica clinica e anamnestica con metodiche di imaging. Anche se in alternativa potrebbe trattarsi di una neoplasia annessiale non mammaria, la localizzazione anatomica della lesione, i caratteri citologici e la possibilità percentuale delle diagnosi differenziali rende l’interpretazione induttivamente facile.


Caso 2: Gatto, razza europeo, sesso MS, 14 anni; versamento addominale (inviato lo striscio diretto di materiale tal quale), alterazioni del profilo epatico e dell’ecogenicità del parenchima, di cui si esegue FNA.
Il versamento è caratterizzato dall’esfoliazione, su fondo modicamente ematico, di elementi nucleati rappresentati da granulociti segmentati, linfociti maturi e rari macrofagi, in attività di eritrofagocitosi.
Il campione ottenuto dal fegato si caratterizza invece per l’esfoliazione, accanto ad epatociti interessati da fenomeni minimi di danno aspecifico e reversibile, di alcuni elementi rotondocellulari, riferibili a cellule linfoidi immature, il cui citoplasma è occupato da granuli eosinofili polari e sono dotate di nucleo rotondo a cromatina grossolana, occasionalmente nucleolato.

La diagnosi di linfoma epatico di tipo LGL è relativamente facile; i caratteri del versamento sono invece aspecifici, disgiunti dalla diagnosi di linfoma, morfologicamente potrebbero essere ascrivibili ad un trasudato ad elevata concentrazione proteica, anche se sarebbero necessari dati chimici e fisici per confermare l’ipotesi; questo tipo di versamento potrebbe derivare da condizioni di congestione venosa passiva, che, in sede addominale, sono ascrivibili, tra le altre cause, soprattutto a ipertensione portale; a sua volta l’ipertensione portale potrebbe derivare dall’epatopatia neoplastica identificata su base citologica. La diagnosi citologica dovrebbe innescare, nella testa del clinico, la necessità di stadiare il linfoma in atto, frugando tra gli altri organi splancnici; su base induttiva però credo che, malgrado frequente in casi analoghi, il sangue periferico non sia coinvolto, in quanto il campione di versamento è privo di cellule neoplastiche.

 

martedì 2 luglio 2019

Casi clinici giorno martedi 2 luglio 2019


Caso 1: cane, razza Cocker, sesso M, età 13 anni; viene richiesta la valutazione citologica di una lesione gengivale e di un linfonodo, ma non vengono fornite informazioni cliniche e anamnestiche.
Il campionamento della lesione gengivale è rappresentato dall’esfoliazione di elementi epiteliali a citoplasma rotondeggiante, frequentemente poligonale e di aspetto cheratinizzato, contenente nucleo rotondo o a profilo irregolare, a cromatina grossolana, organizzati in lembi discoesi, circondati da cellule cheratinizzate anucleate e da componente infiammatoria di tipo granulocitario neutrofilico, con aspetto segmentato e di tipo macrofagico; il quadro non mi convince, soprattutto a non conoscere la lesione primaria e il tipo di campionamento, ma morfologicamente le decisioni per cui propende la mia testa oscillano tra una grave displasia dell’epitelio, conseguente a flogosi e un carcinoma squamocellulare ben differenziato con flogosi secondaria.


Che non lascia dubbi invece è il campionamento del presunto linfonodo: esfoliano elementi a citoplasma rotondo o fusato, contenente un quantitativo variabile ma costante di pigmento melanico granulare, recanti nucleo rotondo od ovoide dismetrico a cromatina grossolana e nucleolati; gli elementi descritti esfoliano singolarmente o in gruppi discoesi, circondati da macrofagi frequenti in attività di melanofagocitosi; non ho dubbi circa una diagnosi di melanoma, ma ho dubbi su una sua presunta provenienza linfonodale, in quanto non vedo neanche una cellula linfoide.
Come interpreto questo caso?? La possibilità che nello stesso soggetto convivano due neoplasie diverse è remota ma non impossibile; la prima lesione potrebbe esprimere una displasia grave dell’epitelio, conseguente alla flogosi associata, ma per escludere un carcinoma squamocellulare sarebbero necessarie descrizioni della lesione e probabilmente un’indagine istopatologica; quello che invece è stato aspirato come linfonodo potrebbe essere la massa primaria, localizzata in regione aborale del cavo oro-faringeo, con caratteri tali da essere confusa per un linfonodo, in quanto è altamente improbabile che il linfonodo sia stato sostituito completamente dalla metastasi. E’ sempre imbarazzante sottolineare quanto la mancanza di dati clinici e anamnestici sia cruciale nelle considerazioni diagnostiche che si prendono su base morfologica.

 
Caso 2; cane, razza Beagle, 12 anni, M; campionamento di massa nasale; dati clinici e anamnestici non segnalati.
Il campione è dominato da due specie cellulari opposte; da una parte elementi epiteliali colonnari apicalmente ciliati, in aggregati coesi, con disposizione in palizzata; dall’altra elementi a citoplasma indistinto, tendenzialmente fusato, caudato o stellato, debolmente basofilo, contenente microglobuli acromatici e nucleo rotondo od ovoide dismetrico, a cromatina grossolana, in aggregati discoesi bidimensionali.


 Su base morfologica diagnostico un sarcoma nasale, per due ragioni principali: gli elementi neoplastici, malgrado il citoplasma intensamente globulare, che farebbe pensare ad attività secretoria e quindi a una provenienza epiteliale, magari ghiandolare, hanno profilo indistinto, talora fusato o caudato e non presentano architetture di tipo epiteliale; inoltre la loro associazione con epitelio respiratorio normale, talora iperplastico, rende improbabile un carcinoma, in quanto questa neoplasia difficilmente è sormontata da epitelio normale: un carcinoma è generalmente ricoperto da epitelio neoplastico, da detrito, da necrosi e da flogosi, mentre sono soprattutto le neoplasie mesenchimali che, malgrado crescite esuberanti e invasive, sono frequentemente ricoperte da epitelio respiratorio residuo normale, proliferando soprattutto in profondità, nel contesto dello stroma.

lunedì 24 giugno 2019

Casi citologici giorni martedi 4 giugno e martedi 18 giugno



 


Scusandomi con tutti per la negligenza e per la pigrizia, aggiorno la pagina di oggi con una serie di casi provenienti da due sedute live del CRAMPO, alle quali, come sempre, siete tutti invitati.

Casi 4 giugno
Caso 1. Cane, Pinscher, M; ingrandimento del linfonodo popliteo; non vengono forniti ulteriori dati clinici ed anamnestici.
Esfoliano numerosi elementi linfoidi polimorfi, dominati da linfociti maturi o in maturazione, blasti e alcune plasmacellule; caratteristica è la presenza di numerosi elementi infiammatori, tra i quali spiccano soprattutto granulociti eosinofili e macrofagi in attività di fagocitosi di materiale globulare intensamente basofilo.

Il quadro rappresentato individua quindi una forma di iperplasia reattiva del parenchima linfonodale, indotta presumibilmente da condizioni di stimolazione immunitaria e una flogosi mista, prevalentemente eosinofilica; i rilievi morfologici identificano la condizione che viene definita con il termine di “linfoadenopatia dermatopatica”, comune alterazione linfonodale che consegue a processi patologici a carico degli organi drenati: in particolare, malgrado necessaria la verifica con i dati clinici e anamnestici, ipotizzo soprattutto una dermatopatia cronica, probabilmente su base di fenomeni di ipersensibilità, come suggerito dalla componente eosinofilica e associata ad un danno annessiale, come suggerito dai fenomeni frequenti di fagocitosi macrofagica di materiale non identificabile; quest’ultimo potrebbe potrebbe essere rappresentato da secreto apocrino o detrito tissutale, come conseguenza di fenomeni di iperplasia e rottura annessiale che si verifica spesso in corso di dermatopatie croniche.


Caso 2. Cane, Schanuzer gigante, M, 6 anni; neoformazione cutanea localizzata tra occhio e naso; non vengono specificati i caratteri clinici e anamnestici.
Esfoliano, su fondo lievemente ematico e detritico, numerosi elementi di aspetto epiteliale, a citoplasma indistinto, tendenzialmente cuboidale, contenente un quantitativo variabile di materiale basofilo e nucleo rotondo lievemente dismetrico, a cromatina compatta o granulare; gli elementi epiteliali si organizzano in lembi coesi, bi-tridimensionali, nel cui contesto esibiscono disposizione in brevi filiere; in associazione si rilevano numerosi macrofagi, talora cellule giganti multinucleate, in attività di melanofagocitosi.

Il quadro non è di difficile interpretazione, rappresentando, a mio giudizio, l’esfoliazione di una neoplasia annessiale benigna di origine annessiale; ipotizzerei soprattutto una natura apocrina della lesione, in quanto sussistono i caratteri morfologici e l’attività di melanofagocitosi, effettuata dalla componente macrofagica, è ampiamente descritta come fenomeno associato e secondario di lesioni quali la variante solido-cistica dell’adenoma duttulare apocrine.



Caso 3. Cane, Bovaro del Bernese, M, 6 anni; neoformazione cutanea localizzata tra dorso e fianco; come al solito, non vengono specificati i caratteri clinici e anamnestici.
Esfoliano numerosi elementi rotondocellulari di medie-grandi dimensioni, a citoplasma basofilo, frequentemente occupato da microglobuli polari e contenente nucleo rotondeggiante, talora doppio o multiplo, prevalentemente eccentrico, a cromatina granulare, in attività mitotica frequente; sono presenti occasionali fenomeni di citofagocitosi, che rappresentano, a mio giudizio, la difficoltà diagnostica che indurrebbe a pensare ad una neoplasia istiocitaria.

Malgrado la razza avvalli ulteriormente conclusioni tragiche e drastiche, mi limiterei ad ipotizzare una proliferazione plasmacellulare, espressione di un plasmocitoma extramedullare; come sempre, in questi casi dubbi, sarebbe consigliabile la verifica immunoistochimica su frammenti bioptici di tessuto.

Casi 18 giugno
Caso 1. Cane, Barbone, F, 11 anni; versamento pleurico e massa mediatinica; campionamento del liquido per flushing e della massa per agoinfissione.
Del versamento viene fornito uno striscio tal quale, senza allegare specifiche chimico-fisiche e conseguentemente non è possibile eseguire una classificazione; l’allestimento è rappresentato dall’esfoliazione di elementi mesoteliali, di aspetto reattivo, di macrofagi a citoplasma dilatato da microglobuli e da granulociti neutrofili di aspetto segmentato;

Il campionamento della massa mediastinica si caratterizza invece per l’esfoliazione di elementi epiteliali a citoplasma rotondeggiante, basofilo, contenente microglobuli acromatici e nucleo rotondo dismetrico a cromatina grossolana, nucleolato, organizzati in lembi discoesi bi-tridimensionali; dai bordi aggregativi si rilevano gruppi di cellule con distribuzione pseudopapillare e talora focolai di maturazione squamosa.



Il quadro individua un processo di reattività mesoteliale con lieve flogosi cavitaria e la presenza di una neoplasia epiteliale maligna toracica; la mia interpretazione è relativa ad un carcinoma di presumibile origine polmonare, con reattività mesoteliale; credo che l’ipotesi clinica relativa ad una localizzazione mediastinica della massa non sia supportata dall’evidenza citologica, in quanto sono rarissime le neoplasie mediastiniche epiteliali primarie e i caratteri depongano per un carcinoma bronchiale con aspetti papillari e squamosi, difficilmente discriminabile su base radiografica, soprattutto se la massa è molto grande; la discrepanza con il quadro citologico del versamento è dovuta al fatto che la neoplasia, pur causando le alterazioni tissutali e vascolari a carico dei segmenti submesoteliali, responsabili dell’aspetto morfologico del liquido, ancora non abbia raggiunto la superficie celomatica e conseguentemente non sia rilevabile nel liquido di versamento.

Caso 2. Cane, meticcio, 14 anni, M; neoformazione in regione del collo: dati anatomici, clinici e anamnestici non segnalati.
Indagine citologica agevolissima, facilitata dall’esfoliazione di ampi aggregati di elementi epiteliali a citoplasma indistinto, contenenti nucleo rotondo lievemente dismetrico a cromatina compatta o granulare; ad un’indagine ravvicinata degli aggregati risulta evidente la disposizione frequentissima in microfollicoli; questo è un esempio di quanto la citologia, generosa in termini di informazioni morfologiche, bilanci l’avarizia delle informazioni cliniche e permetta una diagnosi, anche senza dati anatomici e clinici, di un carcinoma tiroideo a pattern microfollicolare o, in alternativa, sebbene meno probabile, di altro carcinoma neuroendocrino regionale, da sottoporre a stadiazione accurata.