Caso 1: cane, razza Boxer, sesso F, età 9 anni. Massa
ulcerata e indolente delle dimensioni di una noce comparsa da due mesi nello
stesso arto in cui era stato asportato un mastocitoma. Eseguita FNA.
I campioni si caratterizzano per l'esfoliazione, su fondo
ematico e detritico, di una componente fusocellulare, rappresentata da elementi
a citoplasma debolmente basofilo caudato o fusato, contenente nucleo ovoide
dismetrico, a cromatina irregolare nucleolato, organizzati in lembi irregolari
immersi nel contesto di abbondantissimo materiale eosinofilo denso in strands
grossolani ed associati a cellule infiammatorie disperse di tipo granulocitario
neutrofilico, con aspetto segmentato ed eosinofilico. In alcuni allestimenti
dominano invece elementi rotondocellulari a citoplasma contenente un
quantitativo variabile di granulazione metacromatica, recanti nucleo rotondo a
cromatina irregolare, dispersi singolarmente e frequentemente interessati da
fenomeni di ressi citoplasmatica.
Osservare due campionamenti della stessa lesione ingenera in
questo caso un bell’imbarazzo diagnostico; nel primo campione dominano le
cellule fusate, con aspetti di atipia anche considerevoli, nel secondo
prevalgono i mastociti; sulla base delle caratteristiche morfologiche, ma anche
spinto dall’anamnesi propendo per una diagnosi di mastocitoma a
differenziazione morfologica moderata, con intensa fibroplasia reattiva e
flogosi secondaria.
Caso 2: cane, razza Setter inglese, sesso F, età 4 anni.
Nodulo sottocutaneo di 4 cm in regione del collo, modicamente dolente.
Esfoliazione abbondante di elementi infiammatori,
rappresentati soprattutto da granulociti neutrofili di aspetto segmentato o
variabilmente (talora marcatamente) cariolitico, che si disperdono
singolarmente o si concentrano attorno ad aggregati voluminosi tridimensionali
di batteri filamentosi e coccoido-bastoncellari; le forme filamentose
presentano a volte ramificazione, protoplasma segmentato e orientamento
radiale.
Quadro citologico di flogosi suppurativa settica,
verosimilmente sostenuta da agenti batterici del genere Actinomycetaceae. Esistono
studi un po’ vecchi ma sempre interessanti (Bestetti, 1978), che hanno
approfondito gli aspetti morfologici delle colonie di Actinomicetacee,
individuando appunto la doppia anima morfologica coccoido-bastoncellar e
filamentosa, identificando le segmentazioni del protoplasma come setti separati
da membrana (“cross walls”). L’aspetto di questi batteri filamentosi e
segmentati conferisce il termine “micetacee” per la loro somiglianza ad ife
fungine. Altre caratteristiche di questo genere sono la tendenza alla
disposizione in colonie tridimensionali, macroscopicamente definiti “granuli di
zolfo”, microscopicamente riferibili ai cespugli di batteri descritti.
Considererei soprattutto esiti di ferite da corpo acuminato o della progressione
di un corpo estraneo, comuni veicoli di batteri del genere Actinomicetacee; non
escluderei tuttavia conseguenze di soluzioni di continuo a carico della mucosa
oro-faringo-esofagea.
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