casi citologici 9 ottobre/18 dicembre 2013


Caso 1: cane, razza Rottweiler, sesso F, età 9 anni; neoformazione sottocutanea in regione del labbro. Eseguita FNA della lesione.
Uno dei casi più strani che mi siano capitati; non ci ho ancora capito niente, anche dopo aver visto e rivisto l’istologico. Esfoliano elementi a citoplasma ovoide, caudato, fusato o stellato, debolmente basofilo, recante nucleo rotondo od ovoide modicamente dismetrico, singolo, doppio o multiplo, a cromatina irregolare frequentemente nucleolato; queste cellule esfoliano singolarmente od in aggregati discoesi, e si associano a numerosi mastociti, con aspetti variabili di maturazione morfologica. La mia domanda, cui non so rispondere è: ma è un sarcoma con componente mastocitaria, oppure un mastocitoma con intensissima fibroplasia reattiva???










 

Caso 2: gatto, razza Soriano, sesso F, età 14 anni; noduli polmonari multipli. FNA di un nodulo
Il carattere più interessante di questo caso è la coesistenza di elementi di aspetto epiteliale a citoplasma indistinto e nucleo rotondo modicamente dismetrico, a cromatina grossolana, organizzati in lembi discoesi tridimensionali, con un fondo detritico di aspetto necrotico molto abbondante. Questa espressione morfologica ci ricorda che nella diagnosi di masse parenchimali la necrosi deve essere sempre interpretata come aspetto di atipia: essa è determinata soprattutto da insufficiente afflusso vascolare al tessuto in rapida crescita ma possono agire anche fattori intrinseci alla neoplasia, tipo la produzione di citochine necrotizzanti.


Caso 1: cane, razza Bassotto, sesso M, età 15 anni. Massa del cavo orale a carico della mucosa circostante il canino superiore sinistro e coinvolgente il palato.
Bel caso, anche perché l’ho cannato in pieno e dagli errori c’è solo da imparare. Immaginiamoci un campione fatto dall’esfoliazione prevalente di lembi coesi di elementi epiteliali a citoplasma cuboidale e nucleo rotondo regolare come si vede nella prima figura. Immaginiamoci che talora questi aggregati manifestano disaggregazione e modesta dismetria di nuclei rotondeggianti nucleolati, come si vede nella seconda figura ed immaginiamoci che solo sporadicamente si presentino sotto forma di piccoli aggregati discoesi di cellule con aspetti di atipia quali dismetria nucleare e cromatina irregolare. Il tutto disperso su fondo detritico, ematico e diffusamente flogistico misto. In più punti si rileva la presenza di piccole zolle di materiale eosinofilo denso. Io ho diagnosticato una neoplasia benigna, probabilmente di origine odontogenica, basandomi sulla prevalenza cellulare, cioè aggregati coesi di cellule regolari, ma l’istologico decreta una neoplasia epiteliale maligna infiltrante; ho cannato la diagnosi probabilmente perché non ho considerato con attenzione, la flogosi e le sporadiche disaggregazioni di elementi atipici. E le zolle di materiale eosinofilo? Boh, potrebbero essere osteoide, se ci fosse erosione ossea (anche se non vedo né osteoclasti né osteoblasti) oppure potrebbe essere materiale tipo amiloide, che alcuni tumori odontogenici sono capaci di produrre. Mi espongo alle tirate d’orecchie pubbliche!




Caso 2: cane, razza meticcio, sesso F, età 14 anni. Tosse cronica, all’esame radiografico si nota pattern alveolare diffuso. Eseguito BAL.
Esfolia un fondo diffusamente ematico, dove dominano i macrofagi alveolari, i quali manifestano attività frequentissima di eritrofagocitosi e di siderofagocitosi. La siderofagocitosi è rappresentata dalla presenza intracitoplasmatica di pigmento basofilo, derivante dalla digestione degli eritrociti da parte dei macrofagi. Il quadro individua i caratteri morfologici di un processo emorragico, che ha determinato extravasazione di eritrociti nel lume respiratorio. Le cause potrebbero essere molte, tra cui traumi, coagulopatie e neoplasie che abbiano determinato rottura vascolare secondaria.


Caso 1: cane, razza Bolognese, sesso F, età 9 anni. Vomito, diarrea, anoressia, depressione sensorio. Alterazioni del profilo epatico, con ittero. Eseguita FNCS del parenchima epatico.
Caso bellissimo, quasi entusiasmante; con uno striscio di cellule forniamo risposte praticamente complete per l’interpretazione dei sintomi ed il riconoscimento della malattia. Gli epatociti sono organizzati in lembi coesi frequentemente attraversati da stampi di materiale biliare, espressione di fenomeni di stasi extracitoplasmatica; tra gli aggregati si rilevano ponti di cellule fusate, che indicano fenomeni di fibrosi e quindi di cronicizzazione di un processo flogistico; inoltre gli epatociti sono circondati da numerosi elementi flogistici di tipo linfocitario maturo, granulocitario neutrofilico e macrofagico. E cosa troviamo dentro i macrofagi? Amastigoti di Leishmania!! In effetti Leishmania spp. è in grado di causare una forma di epatite granulomatosa, con sviluppo prevalentemente portale: la condizione andrebbe stadiata secondo i dettami clinici relativi alla gestione di questa malattia, ma si può ipotizzare che il coinvolgimento epatico sia ampiamente spiegato dal quadro morfologico descritto.






Caso 2: cane, razza Setter Gordon, sesso FOH, età 6 anni. Zoppia e difficoltà alla deambulazione; cane con aree litiche in sede ossea tibiale, con sospetto clinico di osteomielite e proliferazioni periostali femorali ed omerali. Eseguita FNCS delle lesioni litiche tibiali.

Caso tristissimo, perché i Setter sono tra i cani che preferisco e perché è un caso senza speranza. Purtroppo non si rileva niente che possa confermare il sospetto clinico di un’osteomielite ed anzi si osserva l’esfoliazione di abbondantissima cellularità epiteliale a citoplasma cuboidale indistinto e nucleo rotondo dismetrico a cromatina finemente irregolare o coartata, occasionalmente nucleolato, organizzati in lembi discoesi bi-tridimensionali, nel cui contesto si rilevano frequentissime figure in filiera o di aspetto microacinare. Gli aggregati epiteliali descritti sono circondati da rari osteoclasti, da numerosissimi nuclei nudi e da scarsa componente flogistica di tipo macrofagico. Il quadro individua i caratteri di una metastasi ossea di neoplasia epiteliale maligna di verosimile origine ghiandolare o, più probabilmente, neuroendocrina: l’origine neuroendocrina è suggerita soprattutto dall’evenescenza dei citoplasmi, dai nuclei nudi, dalle scarse atipie nucleari e dalle strutture microacinari, che sarebbero quindi da definire come figure “a rosetta”; l’esame tomografico eseguito dopo questa diagnosi citologica ha evidenziato la presenza di una massa pancreatica con linfoadenomegalia circostante e micronoduli polmonari disseminati: possiamo quindi ipotizzare un’origine pancreatica della lesione, anche se personalmente non saprei distinguere con certezza tra un adenocarcinoma ed una neoplasia neuroendocrina: per le ragioni morfologiche espresse precedentemente propendo per quest’ultima… che ne pensate?



Citonauti, mi dispiace comunicarvi (anche se a magari a nessuno gliene frega niente...) che per due settimane sarò assente per impegni congressuali e che conseguentemente sospenderò l'attività del CRAMPO. Ritornerò, per quei pochi per cui la mia mancanza sarà come un graffio sottile, il giorno 20 novembre!!


Caso 1: gatto, razza Europeo, sesso FOH, età 15 anni; insorgenza di dispnea, con respiro discordante; all’esame radiografico si rileva versamento pleurico; l’indagine ecografica evidenzia una massa mediastinica. Eseguita FNCS della massa mediastinica.
Esfoliano, su fondo modicamente ematico, diffusamente proteinaceo granulare, elementi di aspetto epiteliale a citoplasma indistinto rotondeggiante uniformemente basofilo, di cui forse a volte si percepisce una certa granularità, contenente nucleo rotondo dismetrico, a cromatina irregolare, talora nucleolato, organizzati in lembi discoesi bi-tridimensionali, attraversati frequentemente da assi capillari ramificati e circondati da numerosissimi nuclei nudi. Il quadro individua caratteri che universalmente permettono di riconoscere una neoplasia epiteliale maligna di origine neuroendocrina; le possibilità diagnostiche sono relativa ad una neoplasia ad insorgenza dal sistema cellulare neuroendocrino diffuso (cellule APUD), presente sia nell'esofago che nel parenchima polmonare, oppure da organi neuroendocrini specializzati quali i chemocettori vascolari (cosa alla quale io credo più che a tutte le altre…) oppure ancora, ma mi sentirei di escluderlo, da tessuto tiroideo ectopico.





Caso 2: gatto, razza Europeo, sesso M, età 12 anni. Neoformazione retromandibolare di due cm di diametro. eseguita FNA della lesione
Così, d’istinto, la prima cosa che mi viene in mente quando leggo “neoformazione retromandibolare” è la conseguenza dell’ingrandimento di un linfonodo. In effetto nel campione analizzato sono presenti numerosissimi linfociti maturi, in maturazione, alcuni blasti e plasmacellule, talora con aspetto della cellula di Mott. Su questo fondo che confermerebbe la provenienza linfoide qualcosa stride: è la presenza di zolle grossolane, bi-tridimensionali di cellule epiteliali a citoplasma rotondeggiante, basofilo e nucleo irregolarmente rotondo, dismetrico, a cromatina irregolare, nucleolato: le cellule descritte sono organizzate in lembi discoesi; questi rilievi individuano i caratteri relativi ad una metastasi linfonodale di carcinoma, diagnosi che impone una ricerca clinica di neoplasie primarie soprattutto a carico del cavo orofaringeo. Oltre a questo è possibile rilevare un numero elevato di cellule ad ampio citoplasma indistinto, debolmente basofilo, con nucleo ovoide o rotondo, talora clivato, a cromatina irregolare, che secondo me sono macrofagi, dispersi soprattutto singolarmente. Se confermata, la natura macrofagica di queste ultime cellule permetterebbe di identificare la metastasi linfonodale come ulteriore causa di flogosi granulomatosa linfonodale, oltre alle malattie virali ed alla micobatteriosi (citonauti, ne ho dimenticata qualcuna???)


 

Caso 1: cane, razza Labrador, sesso M, età 11 anni; neoformazione a carico della terza falange del terzo dito del piede sinistro. Prelievo per FNCS.
Esfoliano, su fondo modicamente ematico, numerosi elementi epiteliali a citoplasma cuboidale, debolmente basofilo, contenente nucleo rotondo a cromatina grossolana, organizzati in lembi discoesi bi-tridimensionali, che manifestano maturazione di tipo squamoso, rappresentata da citoplasmi poligonali cheratinizzati contenenti nucleo analogo, in aggregati di aspetto pavimentoso; la cellularità epiteliale si associa a numerosi elementi infiammatori di tipo granulocitario neutrofilico con aspetto segmentato o modicamente cariolitico e raramente di tipo macrofagico, in attività di citofagocitosi o di melanofagocitosi.
I caratteri sono quelli di una neoplasia epiteliale maligna con caratteri di maturazione squamosa e flogosi mista secondaria. Penserei soprattutto ad un carcinoma squamocellulare, moderatamente differenziato, anche se non escluderei una qualche altra neoplasia annessiale a comportamento cheratinizzante. L’indice della differenziazione viene fornito dal grado di cheratinizzazione: più le cellule neoplastiche tendono a trasformarsi in elementi cheratinizzati più si parla di carcinoma differenziato; quando la differenziazione è meno accentuata ed ovvia si ipotizza invece una differenziazione moderata, come nel caso in questione. Esistono anche carcinomi squamocellulari dove la cheratinizzazione è virtualmente assente e si parla allora di forme indifferenziate, difficili di riconoscere con l’esame citologico. La flogosi suggerisce una condizione secondaria dovuta alla proliferazione ma non escludiamo mai possibili complicazioni su base settica, soprattutto quando le neoformazioni sono ulcerate. Consiglierei al clinico di eseguire una bella stadiazione completa prima di procedere all’escissione ed all’analisi istopatologica di conferma.






Caso 2: gatto, razza Europoe, sesso M, età 17 anni. Ematuria ed incapacita' di minzione; ecograficamente presente un ispessimento a livello del trigono vescicale scambiato all'inizio per un coagulo vista l'intensa ematuria
Caso fichissimo, non ci credevo mentre lo osservavo. Esfoliano di elementi a citoplasma rotondeggiante, talora caudato, occasionalmente poligonale, variabilmente basofilo, contenente nucleo rotondo dismetrico a cromatina grossolana, frequentemente nucleolato. Gli elementi descritti esfoliano in rari aggregati discoesi tridimensionali, dove manifestano talora disposizione in brevi filiere a palizzata, poggianti su strands sottili di materiale eosinofilo fibrillare, frequentemente attraversati da assi vascolari lineari o ramificati; più frequentemente le cellule descritte tendono a distribuirsi in forma singola dispersa a ridosso degli aggregati descritti.
Mi sento di attribuire il quadro ad una neoplasia epiteliale maligna scarsamente differenziata di verosimile origine transizionale, soprattutto sulla base delle architetture, l’appoggio su linee stromali e l’attraversamento di assi vascolari, anche se la presentazione prevalente delle cellule è l’esfoliazione singola e verrebbe la tentazione di diagnosticare un tumore rotondocellulare. Un carcinoma transizionale è la mia principale diagnosi differenziale e la sua scarsa differenziazione è sottolineata dalla tendenza delle cellule all’esfoliazione singola. La condizione manifesta generalmente comportamento aggressivo, in grado di determinare sia invasività parietale che estensioni metastatiche linfonodali o splancniche e conseguentemente necessità dell’esecuzione di una stadiazione e follow-up a manetta.




Caso 1: gatto, razza Europeo, sesso MC, età 14 anni. Rinite cronica. Campione ottenuto per schiacciamento di biopsia della mucosa nasale, che si presenta, all’endoscopia, interessata da grave edema e iperemia della mucosa.
Questo è un caso afrodisiaco per gli amanti del fetish-lymphoid-bondage, da tante implicazioni immunoistochimiche ha presentato. Esfoliano, su fondo lievemente ematico e proteinaceo, numerosissimi elementi epiteliali a citoplasma colonnare apicalmente ciliato, opure dilatato dall'accumulo di globuli eosinofili di aspetto secretorio, organizzati in brevi palizzate oppure dispersi singolarmente, cui si associano elementi infiammatori di origine linfoide, dominati da blasti di medie-grandi dimensioni, a citoplasma basofilo e nucleo rotondo a cromatina grossolana, numerosissime plasmacellule, talora a citoplasma anfofilo e quota modesta di linfociti maturi od in maturazione.
Il quadro individua, in prima istanza, fenomeni flogistici, relativi ad una possibile rinite linfoplasmocellulare. In ogni caso il numero elevato di blasti e di plasmacellule non mi permetteva di escludere la presenza di un disordine linfo o plasmoproliferativo.
In effetti le indagini sono proseguite con un’indagine elettroforetica, per indagare possibili gammopatie, e con un esame istopatologico. Nel primo caso era presente un picco oligo/monoclonale nella frazione gamma, benchè breve ed associato ad altri picchi nella banda beta (vedi immagine). L’istologia ha mantenuto basso il profilo, senza sbilanciarsi tra la forma neoplastica e quella infiammatoria; tuttavia l’indagine immunoistochimica ha evidenziato la presenza di file e aggregati, soprattutto in sede perivascolare, di cellule che esprimevano CD3 a livello di membrana (linfociti T) e che rappresentavano circa il 15% del totale. La maggior parte delle cellule infiltranti invece (80% circa) esprimevano intensamente CD20 allo stesso livello cellulare (linfociti B) e sparse cellule che esprimevano CD20 (plasmacellule ben differenziate), lisozima ed MHCII (istiociti). Erano visibili infine rarecellule che esprimevano intensamente catene lambda (plasmacellule), sparse nell'infiltrato. Secondo il patologo che ha letto ed interpretato i campioni, l’amico e sommo maestro Marco Rondena, gli aspetti erano compatibili con quelli di linfociti B maturi ed unitamente all'aspetto plasmocitoide descritto in sede istologica apparivano suggestivi di una forma linfomatosa a linfociti B maturi, come il linfoma linfoplasmacitico plasmacitoide. Questo tipo di neoplasia presenta normalmente crescita progressiva ma lenta ed indolente.
Sarà interessante indagare anche eventuali coinvolgimenti extranasali, per cercare per esempio plasmacellule nel midollo ematopoietico, nel fegato o nella milza... spero di potervi aggiornare!




Caso 2: cane, razza Jack Russel terrier, sesso FOH, età 9 anni; il cane ha sviluppato IMHA già in trattamento e milza disomogenea. All’esame ecografico si osserva il fegato lievemente aumentato di volume con ecostruttura regolare ed ecogenicità diffusamente aumentata; la colecisti ha la parete lievemente aumentata di spessore, alitiasica. La milza è disomogenea. Si esegue FNCS di entrambi i parenchimi.
Dal fegato si osserva l’esfoliazione di epatociti a citoplasma basofilo, dilatato modicamente per accumulo di materiale acromatico e nucleo rotondo a cromatina irregolare nucleolato, organizzati in lembi coesi bidimensionali, attraversati occasionalmente da stampi di materiale biliare, associati a numerosi macrofagi in attività di eritrosiderofagocitosi. Dalla milza esfoliano invece elementi linfoidi sporadici con aspetto polimorfo, dominati da piccoli linfociti maturi od in maturazione, associati a plasmacellule ed a numerose cellule ematopoietiche di tipo eritroide, mieloide e trombocitoide. Tra le cellule descritte si rilevano anche numerosi macrofagi in attività di eritrofagocitosi. Il quadro è interessante perchè individua un’attività di aumentata eritrocateresi splenica ed epatica, con aspetti di ematopoiesi extramedullare splenica, che è in linea con la diagnosi di anemia emolitica immunomediata.






Caso 1: gatto, razza Europeo, sesso M, età 17 anni. Scolo nasale mucopurulento monolaterale da una settimana, dispnea e respiro rantoloso e versamento pleurico. Campionamento del versamento pleurico.
Caso emblematico di tutte le difficoltà ed insidie celate nei versamenti… Il versamento presenta colore rosato ed aspetto torbido; il PS è di 1024 con 4.1 g/dl di proteinte totali. Il tal quale ed i campioni ottenuti per sedimentazione manifestano esfoliazione, su fondo modicamente ematico, diffusamente proteinaceo, di elementi cellulari a citoplasma rotondeggiante, a bordo talora radiato, variabilmente basofilo, frequentemente ingombrato da microglobuli acromatici, contenente nucleo rotondo dismetrico a cromatina grossolana, nucleolato, in attività mitotica sporadica. Gli elementi descritti esfoliano singolarmente od in piccoli aggregati, associati a modesta componente flogistica di tipo granulocitario neutrofilico, con aspetto segmentato e macrofagico.
Le mie considerazioni diagnostiche sono relative all'esfoliazione di elementi cellulari con aspetti di atipia e flogosi secondaria. Il problema è che, come spesso succede con i versamenti, è sempre difficile stabilire se quadri come questi rappresentino aspetti di grave reattività mesoteliale, di un mesotelioma o la metastasi di un carcinoma. Benchè i fenomeni flogistici potrebbero motivare trasformazioni di cellule mesoteliali con i caratteri descritti, i rilievi secondo me sono troppo atipici per non suggerire l'esistenza di una neoplasia maligna; inoltre la flogosi è troppo blanda per motivare trasformazioni così aggressive. Ho consigliato quindi di considerare un mesotelioma oppure la possibilità relativa all'estensione pleurica di una neoplasia epiteliale maligna primaria a sede da definire. L’esame immunocitochimico, eseguito su sedimenti fissati all’aria, ha evidenziato negatività alla vimentina e positività alle citocheratine: per chi non mastica immunocitochimica, il mesotelio dovrebbe essere vimentina e citocheratina positivo, mentre una neoplasia epiteliale maligna è generalmente positiva solo alla citocheratina; conseguentemente ho concluso una diagnosi di metastasi pleurica di carcinoma, specificando ricerchè ulteriori per l’identificazione della sede primaria.





Caso 2: cane, razza meticcio, sesso F, età 13 anni. Tosse cronica: all’esame radiografico si è evidenziata un’area radiopaca a carico del lobo polmonare caudale destro.
Bel caso, interessante dal punto di vista morfologico. Esfoliano, su fondo ematico, diffusamente proteinaceo, ingombrato da abbondante materiale lipidico in gocciole acromatiche di calibro variabile, numerosi elementi infiammatori di tipo granulocitario neutrofilico, con aspetto segmentato e di tipo macrofagico, tutti impegnati in attività diffusa di lipofagocitosi. Occasionalmente le cellule infiammatorie si organizzano attorno alla deposizione di cristalli poligonali di colesterolo.
Questi sono fenomeni di flogosi mista con aspetti diffusi di lipofagocitosi. Rilievi come questi individuano i caratteri di una polmonite lipidica, generalmente conseguenza della deposizione nellume respiratorio di materiale lipidico, che potrebbe conseguire a precedenti episodi di polmonite ab ingestis. Non escludo con certezza la presenza di un processo neoplastico e consiglio pertanto accertamenti ulteriori però se devo indagare qualcosa cercherei in anamnesi episodi di vomito, di rigurgito, oppure l’uso di lubrificanti intestinali a uso orale, come l’olio di vaselina, che potrebbe essere andato di traverso.


Caso 1: cane, razza Labrador, sesso F, età 5 anni; tumefazione in regione metacarpo-falangea, presenta da 10 giorni, consistenza fibrosa, non dolente. FNA della lesione
Si percepisce subito che si tratta di un liquido articolare (orientamento delle cellule in filiere lineari su fondo marcatamente granulare) e meno male che a volte succedono casi di citologia articolare che sfuggono ai quadri ripetitivi e un pò noiosi delle forme artrosiche o infiammatorie; in questo caso si osserva l’esfoliazione, su fondo diffusamente proteinaceo, finemente granulare, di elementi nucleati di aspetto macrofagico, a citoplasma microvacuolizzato e nucleo rotondo od ovoide, a cromatina irregolare, dispersi singolarmente od ordinati in filiere lineari, cui si associa la presenza di voluminosi aggregati di elementi a citoplasma ovoide, fusato o caudato, debolmente basofilo, contenenti nucleo rotondo od ovoide a cromatina irregolare. Gli elementi descritti sono organizzati in strutture voluminose compatte o scarsamente discoese, talora con aspetto papillare, ad asse eosinofilo denso o pseudopapillare.

Il quadro individua il campionamento a carico di una struttura sinoviale regionale, tendinea od articolare, interessata da fenomeni degenerativi e da processi di iperplasia reattiva della sinovia; le arborescenze descritte mi fanno pensare tanto alla possibilità di una iperplasia della sinovia con proliferazione di aspetto villoso, che è una condizione iperplastica su base reattiva cronica, relativamente frequente. La componente macrofagica supporta ulteriormente un quadro degenerativo.






Caso 2: cane, razza Pastore tedesco, sesso FOH; età 12 anni. Tosse; evidenza di una lesione nodulare a carico del lobo polmonare caudale sinistro. FNCS del nodulo
Architetture sugli altari! Guardate che bella l’esfoliazione di questa neoplasia polmonare, dove si osservano numerosi elementi epiteliali a citoplasma cuboidale, rotondeggiante o colonnare, variabilmente basofilo, microvacuolizzato, recante nucleo rotondo marcatamente dismetrico a cromatina grossolana, talora nucleolato, organizzati in lembi discoesi bi-tridimensionali, nel cui contesto si rilevano frequenti disposizione microacinari, a volte tubulari, nel cui lume si rileva la presenza di materiale denso eosinofilo.
Il quadro evidenzia i caratteri di una neoplasia epiteliale maligna con aspetti ghiandolari, che rimanda ad una diagnosi tanto bella quanto poco frequente di adenocarcinoma polmonare; la citologia ci informa dell'importanza di stabilire se si tratta di un nodulo primario oppure della localizzazione metastatica di neoplasia ghiandolare a primitività da stabilire; l'importanza è legata soprattutto alle possibilità terapeutiche ed ai risvolti prognostici; l’esame TC stabilisce che la massa è circondata da noduli satelliti ma che non si rilevano coinvolgimenti di altri organi: questo supporterebbe ulteriormente una diagnosi di adenocarcinoma bronchiale primario, confermata dall'assenza di neoplasie primarie extrapolmonari e, dopo l'escissione chirurgica del lobo interessato, dall’esame istopatologico.
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Caso 1: cane, razza Yorkshire terrier, sesso M, età 12 anni. Aumento di volume e consistenza testicolo dx, riduzione del controlaterale
Pensate, mi sono sempre cullato nella convinzione un po’narcisistica di poter diagnosticare citologicamente qualunque tumore testicolare, che non mi aspettavo un caso cosi confuso… proprio vero, le cellule ne sanno sempre una più del diavolo; qui esfoliano, su fondo ematico, elementi a citoplasma indistinto, frequentemente allungato o colonnare, debolmente basofilo, contenente microglobuli acromatici e nucleo rotondo a cromatina irregolare; sono organizzati in aggregati discoesi bi-tridimensionali dove si vedono frequenti disposizioni in palizzata.
Brevemente riassumo i caratteri dei principali tumori testicolari. Il seminoma è composto da cellule rotonde a margini netti. Il sertolioma è composto da cellule a citoplasma indistinto, macroglobulare, in aggregati irregolari, nel cui contesto si rilevano a volte disposizioni in palizzata. Il tumore a cellule di Leydig è composto da cellule a citoplasma allungato, microglobulare, disposti attorno ad assi vascolari.
La presenza di palizzate nel campione mi indurrebbe a diagnosticare un tumore a cellule di Sertoli, ma ci sono alcune cose che non tornano; anzitutto nel sertolioma i globuli citoplasmatici sono generalmente di grandi dimensioni, mentre qui sono microglobuli; inoltre occasionalmente si rilevano degli assi vascolari, poco evidenti, che attraversano gli aggregati; per questa ragione la mia diagnosi finale è di tumore a cellule di Leydig.




Caso 2: cane, razza meticcio, sesso M, età 6 anni. Scolo siero ematico dal prepuzio, neoformazione sul pene.
Rimaniamo nel contesto degli organi genitali, con un caso emblematico. Esfoliano, su fondo lievemente ematico e detritico, elementi rotondocellulari di medie-grandi dimensioni, a citoplasma variabilmente basofilo, frequentemente ingombrato da microglobuli acromatici, recante nucleo rotondo modicamente dismetrico a cromatina grossolana, in attività mitotica sporadica. Questi caratteri sono indicativi di una neoplasia rotondocellulare maligna, con aspetti morfologici riferibili a tumore venereo trasmissibile (TVT) o sarcoma di Sticker.
Si tratta di una neoplasia pazzesca, per la quale nutro quell’ammirazione e soggezione che si riserva ai nemici scaltri e potenti: pensate che è uno dei rarissimi tumori in grado di comportarsi come un agente eziologico, cioè di trapiantarsi per contatto da un soggetto portatore ad un altro; esiste un altro tumore che si comporta così, una neoplasia cutanea ulcerativa facciale devastante, che sta decimando la popolazione dei Diavoli della Tasmania.
Il TVT è presumibilmente una neoplasia di origine istiocitaria ed è endemico nell’areale del Mediterraneo; dalle nostre parti è raro, anzi, se devo essere onesto non l’ho mai visto.
Il TVT, che si localizza sulle mucose genitali e che per la sua capacità di innesto puà essere reperito anche sulla cute facciale, a seguito di leccamento od annusamento, ha comportamenti imprevedibili, conseguenti dello stato immunitario del soggetto, a volte regredisce spontaneamente (pazzesco, come nell’istiocitoma cutaneo la fase di regressione è scandita dalla presenza di linfociti maturi ed apoptosi di cellule neoplastiche, vedi la figura 2), a volte è curabile con la chemio, altre volte infiltra ed invade anche gli organi splancnici. Riconoscerlo con la citologia vuol dire sapere come affrontarlo.



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