Caso 1: cane, razza meticcio, sesso F, età 12 anni. Lesioni
sulla mucosa orale di tipo ulceroso e scialorrea. eseguito prof B e RX torace
dove si vede massa mediastinica di 4 per 4 cm nessun sintomo respiratorio.
Esfoliazione, su fondo modicamente ematico, di elementi
linfoidi polimorfi, dominati da piccoli linfociti maturi od in maturazione,
associati sporadicamente a mastociti singoli. La cellularità linfoide è
accompagnata da cellule di reminiscenza epiteliale, a citoplasma poligonale,
debolmente basofilo, frequentemente contenente globuli acromatici e recanti
nucleo rotondo a cromatina irregolare nucleolato, organizzati in lembi discoesi
bidimensionali, entro cui si interconnettono in disposizioni pavimentose.
Il quadro individua i caratteri relativi ad un timoma, tipo
misto linfoepiteliale. Non si esclude con certezza l'esistenza di un carcinoma
timico, poiché gli elementi che ho battezzato come epiteliali presentano alcune
atipie. Non ho elementi per sostenere quello che sto per scrivere, ma chissà se
le lesioni del cavo orale sono correlate al timoma, come a volte si descrive in
corso di infiltrazioni linfoplasmocellulari dell’interfaccia, vasculiti e altre
condizioni su base immunomediata… Riterrei necessaria una stadiazione clinica
accurata, rimozione chirurgica ed approfondimenti di tipo istopatologico ed
immunoistochimico, un po’ per confermare la diagnos citologica, ma soprattutto
per escludere la possibilità, remota, di una metastasi linfonodale di una
neoplasia epiteliale a primitività ignota.
Caso 2. Gatto, razza Europeo, sesso F, età 10 anni. Ad
agosto asportato da colleghi, nodulo ulcerato cuscinetto plantare piede sx, il
linfonodo popliteo omolaterale è rimasto aumentato di volume anche dopo la
chirurgia, da allora il gatto vomita, tende a perdere peso, è diventato apatico
e totalmente inappetente.
Esfoliano numerosi elementi rotondocellulari a citoplasma
debolmente basofilo, frequentemente contenente microgranuli indistinti
eosinofili e recanti nucleo rotondo modicamente dismetrico a cromatina
grossolana, occasionalmente nucleolato, associati a linfociti maturi od in
maturazione ed a plasmacellule sporadiche. La cosa interessante di questi
elementi, riconoscibili facilmente come mastociti cheinvadono il parenchima
linfonodale, è che manifestano una attività frequente di eritrofagocitosi.
L’attività di eritrofagocitosi mastocitaria è una
caratteristica già riconosciuta in passato nei mastociti di gatto e di topo ed
è descritta nella mastocitosi sistemica dell’uomo come causa di anemia. In
effetti questo gatto era anemico rigenerativo (RBC: 4.42x106/µL –
reticolociti aggregati: 2.5%) e la Silvia Tasca, punta di diamante
dell’ematologia veterinaria, ha visto elementi scarsamente differenziati in
circolo, presumibilmente di origine mastocitaria. Il quadro individua i
caratteri relativi ad una localizzazione linfonodale di mastocitoma con aspetti
morfologici riferibili al tipo scarsamente granulato, atipico od istiocitico e
una presumibile invasione ematica. Approfondimenti stadiativi, tesi a valutare
il possibile coinvolgimento dei parenchimi splancnici e del midollo
ematopoietico potrebbero individuare un comportamento maligno del mastocitoma
di questo gatto, che nella sua specie invece è generalmente poco aggressivo.
Caso 2: Vabbè che parliamo di un gatto, ma gli eosinofili sono del tutto assenti.
RispondiEliminaCiao Pino
RispondiEliminasi hai perfettamente ragione, ma nel gatto gli eosinofili nel mastocitoma non sono mai un tipo cellulare prominente. Strano tra l'altro, nel gatto qualunque flogosi è spesso discretamente eosinofilica!!