Caso 1: gatto, razza Persiano, M, età 8 anni. Vomito cronico; mucosa gastrica diffusamente edematosa. Prelievo per squash prep (prelievo su pinza bioptica endoscopica e schiacciamento del campione tra due vetrini)
Il primo caso che vi presento oggi non è proprio un caso clinico, ma una curiosità morfologica. Tra le cellule epiteliali della mucosa gastrica di questo micio si rileva la presenza di numerosi elementi batterici del tipo GHLO (Gastric Helicobacter-Like Organisms) così definiti perchè assimilabili alla specie Helicobacter pilorii, responsabile di alterazioni mucosali, fino all'ulcera duodenale nell'uomo. Nel cane e nel gatto non è a tutt'oggi dimostrata una loro responsabilità nella patogenesi di malattie gastrointestinali, ma il loro riconoscimento è facile su base morfologica, poichè tipicamente caratterizzato da aspetto filamentoso e spiraliforme. Li si rileva generalmente a ridosso di lembi di epitelio oppure nello spessore del materiale secretorio che circonda gli aggregati epiteliali. Riconoscerli ed imparare a identificarli vuol dire essere pronti ad individuare la loro presenza quando diventerà eventualmente di importanza diagnostica in futuro!
Il primo caso che vi presento oggi non è proprio un caso clinico, ma una curiosità morfologica. Tra le cellule epiteliali della mucosa gastrica di questo micio si rileva la presenza di numerosi elementi batterici del tipo GHLO (Gastric Helicobacter-Like Organisms) così definiti perchè assimilabili alla specie Helicobacter pilorii, responsabile di alterazioni mucosali, fino all'ulcera duodenale nell'uomo. Nel cane e nel gatto non è a tutt'oggi dimostrata una loro responsabilità nella patogenesi di malattie gastrointestinali, ma il loro riconoscimento è facile su base morfologica, poichè tipicamente caratterizzato da aspetto filamentoso e spiraliforme. Li si rileva generalmente a ridosso di lembi di epitelio oppure nello spessore del materiale secretorio che circonda gli aggregati epiteliali. Riconoscerli ed imparare a identificarli vuol dire essere pronti ad individuare la loro presenza quando diventerà eventualmente di importanza diagnostica in futuro!
Caso 2: gatto, razza Europeo, sesso FO, età 12 anni. Neoformazione
ben capsulata che circonda la regione del tarso, comparsa di recente, non
dolente a cute integra, relativamente mobile, senza interessamento osseo
radiografico. Eseguita FNA.
Esfoliano, su fondo variabilmente ematico, elementi a
citoplasma rotondeggiante talora caudato o stellato, variabilmente basofilo,
frequentemente dilatato dall'accumulo di microglobuli acromatici, contenenti
nucleo rotondeggiante, frequentemente doppio o multiplo, modicamente
dismetrico, a cromatina irregolare, talora nucleolato, in attività mitotica
sporadica di aspetto atipico. Gli elementi descritti manifestano talora
attività di eritroleucofagocitosi, si disperdono singolarmente o si organizzano
in piccoli aggregati discoesi.
Il quadro citologico
riassume tutti i vizi capitali della neoplasia rotondocellulare maligna di
verosimile origine istiocitaria. Ricordo che anni fa un collega oncologo mise
garbatamente in discussione una mia diagnosi di neoplasia istiocitaria maligna
in un gatto, obiettando che in questa specie non esiste. Invece esiste, esiste
eccome, anche se piuttosto rara. In questo caso metterei in diagnosi
differenziale un sarcoma a componente gigantocellulare, tipico in quest’area
anatomica; consiglierei inoltre stadiazione clinica accurata, tesa a rilevare
possibili coinvolgimenti linfonodali o splancnici. Avete altre opinioni sul
caso, benvenute e attese?
Caso 3: cane, razza Segugio, sesso M, età 7 anni. neoformazione
di circa 6 cm, cute integra ma leggermente arrossata, non dolente, presente da
circa 1anno e mezzo, contenente un liquido di aspetto ematico
La maggior parte dei campioni si caratterizza per
l’esfoliazione, su fondo ematico, di elementi infiammatori di tipo
granulocitario neutrofilico, con aspetto prevalentemente segmentato e di tipo
macrofagico; in uno solo di essi si rileva l’attività di fagocitosi di
amastigoti del genere Leishmania da parte della componente macrofagica.
Questa è una diagnosi frutto del caso; è resa possibile solo
dal fatto che uno dei campionamenti ha pescato nel punto esatto dove si
realizzava la fagocitosi macrofagica di Leishmanie, ma se le valutazioni
fossero state condotte a carico degli altri campioni, i rilievi avrebbero
individuato unicamente una flogosi mista e aspecifica. Rilevare Leishmania
significa innescare delle strategie cliniche e terapeutiche che permettano di
stabilire il ruolo eziopatogenetico del protozoo, tramite esame sierologico,
profilo ematochimico, valutazione foretica delle proteine sieriche.
Sottolineo che a mio giudizio i rilievi citologici non sono sufficienti a spiegare una neoformazione di 6 cm di diametro e che probabilmente servirebbe una valutazione istopatologica della stessa, anche per individuare un ruolo di Leishmania nella sua insorgenza.
3 casi in questa sessione?! Ma chi siete?!
RispondiEliminaOk, io fornisco qualche spunto tratto dalla letteratura solo per due di questi, non che il terzo fosse meno bello...
Prima di tutto, che gli infedeli si ricredano:
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1939-165X.2008.00005.x/abstract?deniedAccessCustomisedMessage=&userIsAuthenticated=false
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1748-5827.2005.tb00273.x/abstract
http://m.vet.sagepub.com/content/43/6/1014.full
E poi gli splendidi fusilli viola, gli Helicobacter!!!
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/10772482/
Bei casi,
ciao
S.
Ma chi sei tu? Anche io ho un profilo anonimo ma almeno alla fine mi firmo, a volte con il nome, a volte anche con il cognome. Mi sembra un pò più corretto. Forse sbaglio. Alessandro Fior.
RispondiEliminaCaro A.F.
Eliminanon te la prendere...è solo che non capisco rispetto a cosa sia un po' più corretto mettere il nome per intero. Non vedo nulla di scorretto, ma solo una bella compartecipazione riflessivo-diagnostica!!
Siamo citonauti, no? E ci rispettiamo per questo, qualsiasi sia la nostra scelta.
Se poi invece si tratta di curiosità, allora lo capisco! ;)
Ma grazie di condividere la tua perplessità.
Sempre essepuntato,
S.
Così di getto, senza guardare il referto sul primo caso avrei detto mesenchimale. Ho visto un solo sarcoma a cellule giganti ma era molto simile.
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