casi citologici giorno 27 agosto 2014

Caso 1: gatto, razza Europeo, sesso MC, età 8 anni. Nodulo sottocutaneo interscapolare, eseguita FNA.

Esfoliano numerosi granulociti neutrofili di aspetto diffusamente cariolitico, che manifestano attività di lipofagocitosi, accompagnata anche dall’azione di macrofagi dispersi, ma che in maniera del tutto singolare esibiscono anche la capcità di fagocitare cristalli romboidali, poligonali, a volte allungati, di materiale rifrangente cristallino acromatico.

Poco altro da aggiungere se non discutere i caratteri di questo reperto singolare. A mio giudizio è elevatissima la probabilità che possa trattarsi di materiale cristallino esogeno, presumibilmente inoculato per via iatrogena, con un vaccino, un farmaco, un integratore. Potrebbe essere interessante raccogliere dati anamnestici e frugare tra le possibili cause di questa reazione infiammatoria inusuale.




Caso 2: cane, razza Bovaro del Bernese, sesso M, età 5 anni. Presenza di bicitopenia, anemia con trombocitopenia rigenerativa presumibilmente immunomediata. All’esame ecografico si rilevano lesioni nodulari  spleniche e polmonari. Si esegue FNA delle lesioni spleniche.

Caso difficilissimo, almeno per me; in realtà diventa facilissimo quando si realizza che si tratta di un Bernese, razza canina che non annovera propriamente tra le cause principali di morte il trauma automobilistico…

La prima cosa che salta all’occhio del campione citologico della lesione splenica è l’assenza di linfociti, limitati a sporadici elementi maturi od in maturazione; il campione, marcatamente cellulare è dominato da cellule eritroidi in tutte le fasi di maturazione, disperse singolarmente od aggregate nelle cosidette isole eritroblastiche; tra esse si rilevano alcuni megacariociti e alcune cellule di aspetto istiocitario, a citoplasma rotondeggiante, variabilmente basofilo, contenente nucleo ovoide clivato dismetrico a cromatina grossolana nucleolato, in attività di citofagocitosi frequente. È un po’ difficile rendere in qualche immagine il senso visuale del vetrino, dal quale si realizza che le cellule istiocitarie sono sporadiche e veramente focalizzate in alcuni punti del campione, per il resto massicciamente abitato da cellule eritroidi.

La mia interpretazione del caso è che nella milza stanno convivendo le due anime della malattia di questa povera bestia: il tentativo da parte della milza di rigenerare il sangue perso per processi immunomediati e la proliferazione delle cellule istiocitarie maligne che probabilmente sono le reponsabili di questo processo. La difficoltà della diagnosi morfologica sta nel fatto che non si vede una sostituzione del parenchima per proliferazione massiccia di elementi neoplastici e che questi, pochi e dispersi, devono essere cercati e distinti da una cellularità prevalente di tipo eritroide. Secondo me era meglio se andava sotto la macchina…





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