Caso 1. Gatto,
CE, sesso M, età 8 anni; versamento pleurico; TP: 5,6 g/dl, PS: 1036; nessun
dato clinico ed anamnestico.
I campioni
ottenuti per striscio diretto e per sedimentazione del liquido di versamento
esibiscono la presenza, su un fondo minimamente ematico, di linfociti maturi
prevalenti; l’aspetto è un po' coartato nei campioni per striscio diretto,
migliore e più decifrabile nel campione per sedimentazione; in ogni caso dominano
linfociti maturi, con scarsa rima citoplasmatica e nucleo rotondo, talora indentato,
a cromatina compatta o in zolle; nel campione per sedimentazione si osserva l’associazione
con blasti sporadici, rare plasmacellule e alcuni rari macrofagi a citoplasma
dilatato da microglobuli acromatici.Negli anni classici e romantici della citologia, un campione come questo sarebbe stato definito quasi certamente, su base morfologica, come chilotorace, ma mi permetto alcune considerazioni: la classificazione attuale, più razionale e analitica, identifica un versamento con queste caratteristiche sotto la denominazione di linforragia o linforrea: il termine (analogamente al termine emorragia che si riferisce al sangue) descrive l’accumulo patologico di linfa nella cavità celomatica, rappresentata dal numero elevato di linfociti prevalentemente maturi. A sua volta la linforragia può essere suddivisa in versamento chiloso e versamento non chiloso, sulla base del contenuto in trigliceridi del liquido di versamento, eventualmente comparato alla concentrazione plasmatica di questi metaboliti.
Non voglio dare l’impressione di asciugare il discorso su un argomento complesso come questo con queste poche note e invito tutti ad approfondire gli spunti; il campione in questione andrebbe conseguentemente diagnosticato come “versamento linforragico”, commentando il referto con l’abbondanza di quelle annotazioni necessarie, che obbligano il clinico ad identificare le cause primarie, sempre numerose: cardiopatie primarie o secondarie, masse mediastiniche neoplastiche e non-neoplastiche, pleuropatie croniche, torsioni di lobo, ernie diaframmatiche e tante altre; consiglierei pertanto approfondimenti clinici e per imaging, e, qualora non emergessero cause primarie, suggerirei una valutazione con PCR della clonalità linfoide, almeno per escludere un linfoma a piccole cellule, prima di arrendermi di fronte ad una diagnosi di linforragia idiopatica.
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