martedì 2 luglio 2019

Casi clinici giorno martedi 2 luglio 2019


Caso 1: cane, razza Cocker, sesso M, età 13 anni; viene richiesta la valutazione citologica di una lesione gengivale e di un linfonodo, ma non vengono fornite informazioni cliniche e anamnestiche.
Il campionamento della lesione gengivale è rappresentato dall’esfoliazione di elementi epiteliali a citoplasma rotondeggiante, frequentemente poligonale e di aspetto cheratinizzato, contenente nucleo rotondo o a profilo irregolare, a cromatina grossolana, organizzati in lembi discoesi, circondati da cellule cheratinizzate anucleate e da componente infiammatoria di tipo granulocitario neutrofilico, con aspetto segmentato e di tipo macrofagico; il quadro non mi convince, soprattutto a non conoscere la lesione primaria e il tipo di campionamento, ma morfologicamente le decisioni per cui propende la mia testa oscillano tra una grave displasia dell’epitelio, conseguente a flogosi e un carcinoma squamocellulare ben differenziato con flogosi secondaria.


Che non lascia dubbi invece è il campionamento del presunto linfonodo: esfoliano elementi a citoplasma rotondo o fusato, contenente un quantitativo variabile ma costante di pigmento melanico granulare, recanti nucleo rotondo od ovoide dismetrico a cromatina grossolana e nucleolati; gli elementi descritti esfoliano singolarmente o in gruppi discoesi, circondati da macrofagi frequenti in attività di melanofagocitosi; non ho dubbi circa una diagnosi di melanoma, ma ho dubbi su una sua presunta provenienza linfonodale, in quanto non vedo neanche una cellula linfoide.
Come interpreto questo caso?? La possibilità che nello stesso soggetto convivano due neoplasie diverse è remota ma non impossibile; la prima lesione potrebbe esprimere una displasia grave dell’epitelio, conseguente alla flogosi associata, ma per escludere un carcinoma squamocellulare sarebbero necessarie descrizioni della lesione e probabilmente un’indagine istopatologica; quello che invece è stato aspirato come linfonodo potrebbe essere la massa primaria, localizzata in regione aborale del cavo oro-faringeo, con caratteri tali da essere confusa per un linfonodo, in quanto è altamente improbabile che il linfonodo sia stato sostituito completamente dalla metastasi. E’ sempre imbarazzante sottolineare quanto la mancanza di dati clinici e anamnestici sia cruciale nelle considerazioni diagnostiche che si prendono su base morfologica.

 
Caso 2; cane, razza Beagle, 12 anni, M; campionamento di massa nasale; dati clinici e anamnestici non segnalati.
Il campione è dominato da due specie cellulari opposte; da una parte elementi epiteliali colonnari apicalmente ciliati, in aggregati coesi, con disposizione in palizzata; dall’altra elementi a citoplasma indistinto, tendenzialmente fusato, caudato o stellato, debolmente basofilo, contenente microglobuli acromatici e nucleo rotondo od ovoide dismetrico, a cromatina grossolana, in aggregati discoesi bidimensionali.


 Su base morfologica diagnostico un sarcoma nasale, per due ragioni principali: gli elementi neoplastici, malgrado il citoplasma intensamente globulare, che farebbe pensare ad attività secretoria e quindi a una provenienza epiteliale, magari ghiandolare, hanno profilo indistinto, talora fusato o caudato e non presentano architetture di tipo epiteliale; inoltre la loro associazione con epitelio respiratorio normale, talora iperplastico, rende improbabile un carcinoma, in quanto questa neoplasia difficilmente è sormontata da epitelio normale: un carcinoma è generalmente ricoperto da epitelio neoplastico, da detrito, da necrosi e da flogosi, mentre sono soprattutto le neoplasie mesenchimali che, malgrado crescite esuberanti e invasive, sono frequentemente ricoperte da epitelio respiratorio residuo normale, proliferando soprattutto in profondità, nel contesto dello stroma.

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