Scusandomi con tutti per
la negligenza e per la pigrizia, aggiorno la pagina di oggi con una serie di
casi provenienti da due sedute live del CRAMPO, alle quali, come sempre, siete
tutti invitati.
Casi 4 giugno
Caso 1. Cane,
Pinscher, M; ingrandimento del linfonodo popliteo; non vengono forniti
ulteriori dati clinici ed anamnestici.Esfoliano numerosi elementi linfoidi polimorfi, dominati da linfociti maturi o in maturazione, blasti e alcune plasmacellule; caratteristica è la presenza di numerosi elementi infiammatori, tra i quali spiccano soprattutto granulociti eosinofili e macrofagi in attività di fagocitosi di materiale globulare intensamente basofilo.
Il quadro rappresentato individua quindi una forma di iperplasia reattiva del parenchima linfonodale, indotta presumibilmente da condizioni di stimolazione immunitaria e una flogosi mista, prevalentemente eosinofilica; i rilievi morfologici identificano la condizione che viene definita con il termine di “linfoadenopatia dermatopatica”, comune alterazione linfonodale che consegue a processi patologici a carico degli organi drenati: in particolare, malgrado necessaria la verifica con i dati clinici e anamnestici, ipotizzo soprattutto una dermatopatia cronica, probabilmente su base di fenomeni di ipersensibilità, come suggerito dalla componente eosinofilica e associata ad un danno annessiale, come suggerito dai fenomeni frequenti di fagocitosi macrofagica di materiale non identificabile; quest’ultimo potrebbe potrebbe essere rappresentato da secreto apocrino o detrito tissutale, come conseguenza di fenomeni di iperplasia e rottura annessiale che si verifica spesso in corso di dermatopatie croniche.
Caso 2. Cane, Schanuzer gigante, M, 6 anni; neoformazione cutanea localizzata tra occhio e naso; non vengono specificati i caratteri clinici e anamnestici.
Esfoliano, su fondo lievemente ematico e detritico, numerosi elementi di aspetto epiteliale, a citoplasma indistinto, tendenzialmente cuboidale, contenente un quantitativo variabile di materiale basofilo e nucleo rotondo lievemente dismetrico, a cromatina compatta o granulare; gli elementi epiteliali si organizzano in lembi coesi, bi-tridimensionali, nel cui contesto esibiscono disposizione in brevi filiere; in associazione si rilevano numerosi macrofagi, talora cellule giganti multinucleate, in attività di melanofagocitosi.
Il quadro non è di difficile interpretazione, rappresentando, a mio giudizio, l’esfoliazione di una neoplasia annessiale benigna di origine annessiale; ipotizzerei soprattutto una natura apocrina della lesione, in quanto sussistono i caratteri morfologici e l’attività di melanofagocitosi, effettuata dalla componente macrofagica, è ampiamente descritta come fenomeno associato e secondario di lesioni quali la variante solido-cistica dell’adenoma duttulare apocrine.
Caso 3. Cane, Bovaro del Bernese, M, 6 anni; neoformazione cutanea localizzata tra dorso e fianco; come al solito, non vengono specificati i caratteri clinici e anamnestici.
Esfoliano numerosi elementi rotondocellulari di medie-grandi dimensioni, a citoplasma basofilo, frequentemente occupato da microglobuli polari e contenente nucleo rotondeggiante, talora doppio o multiplo, prevalentemente eccentrico, a cromatina granulare, in attività mitotica frequente; sono presenti occasionali fenomeni di citofagocitosi, che rappresentano, a mio giudizio, la difficoltà diagnostica che indurrebbe a pensare ad una neoplasia istiocitaria.
Malgrado la razza avvalli ulteriormente conclusioni tragiche e drastiche, mi limiterei ad ipotizzare una proliferazione plasmacellulare, espressione di un plasmocitoma extramedullare; come sempre, in questi casi dubbi, sarebbe consigliabile la verifica immunoistochimica su frammenti bioptici di tessuto.
Casi 18 giugno
Caso 1. Cane, Barbone,
F, 11 anni; versamento pleurico e massa mediatinica; campionamento del liquido
per flushing e della massa per agoinfissione.
Del versamento
viene fornito uno striscio tal quale, senza allegare specifiche chimico-fisiche
e conseguentemente non è possibile eseguire una classificazione; l’allestimento
è rappresentato dall’esfoliazione di elementi mesoteliali, di aspetto reattivo,
di macrofagi a citoplasma dilatato da microglobuli e da granulociti neutrofili
di aspetto segmentato;
Il campionamento
della massa mediastinica si caratterizza invece per l’esfoliazione di elementi
epiteliali a citoplasma rotondeggiante, basofilo, contenente microglobuli
acromatici e nucleo rotondo dismetrico a cromatina grossolana, nucleolato, organizzati
in lembi discoesi bi-tridimensionali; dai bordi aggregativi si rilevano gruppi
di cellule con distribuzione pseudopapillare e talora focolai di maturazione
squamosa.
Il quadro
individua un processo di reattività mesoteliale con lieve flogosi cavitaria e
la presenza di una neoplasia epiteliale maligna toracica; la mia
interpretazione è relativa ad un carcinoma di presumibile origine polmonare,
con reattività mesoteliale; credo che l’ipotesi clinica relativa ad una localizzazione
mediastinica della massa non sia supportata dall’evidenza citologica, in quanto
sono rarissime le neoplasie mediastiniche epiteliali primarie e i caratteri
depongano per un carcinoma bronchiale con aspetti papillari e squamosi, difficilmente
discriminabile su base radiografica, soprattutto se la massa è molto grande; la
discrepanza con il quadro citologico del versamento è dovuta al fatto che la
neoplasia, pur causando le alterazioni tissutali e vascolari a carico dei
segmenti submesoteliali, responsabili dell’aspetto morfologico del liquido, ancora
non abbia raggiunto la superficie celomatica e conseguentemente non sia
rilevabile nel liquido di versamento.
Caso 2. Cane, meticcio,
14 anni, M; neoformazione in regione del collo: dati anatomici, clinici e
anamnestici non segnalati.
Indagine
citologica agevolissima, facilitata dall’esfoliazione di ampi aggregati di
elementi epiteliali a citoplasma indistinto, contenenti nucleo rotondo
lievemente dismetrico a cromatina compatta o granulare; ad un’indagine
ravvicinata degli aggregati risulta evidente la disposizione frequentissima in
microfollicoli; questo è un esempio di quanto la citologia, generosa in termini
di informazioni morfologiche, bilanci l’avarizia delle informazioni cliniche e
permetta una diagnosi, anche senza dati anatomici e clinici, di un carcinoma
tiroideo a pattern microfollicolare o, in alternativa, sebbene meno probabile,
di altro carcinoma neuroendocrino regionale, da sottoporre a stadiazione accurata.