lunedì 24 giugno 2019

Casi citologici giorni martedi 4 giugno e martedi 18 giugno



 


Scusandomi con tutti per la negligenza e per la pigrizia, aggiorno la pagina di oggi con una serie di casi provenienti da due sedute live del CRAMPO, alle quali, come sempre, siete tutti invitati.

Casi 4 giugno
Caso 1. Cane, Pinscher, M; ingrandimento del linfonodo popliteo; non vengono forniti ulteriori dati clinici ed anamnestici.
Esfoliano numerosi elementi linfoidi polimorfi, dominati da linfociti maturi o in maturazione, blasti e alcune plasmacellule; caratteristica è la presenza di numerosi elementi infiammatori, tra i quali spiccano soprattutto granulociti eosinofili e macrofagi in attività di fagocitosi di materiale globulare intensamente basofilo.

Il quadro rappresentato individua quindi una forma di iperplasia reattiva del parenchima linfonodale, indotta presumibilmente da condizioni di stimolazione immunitaria e una flogosi mista, prevalentemente eosinofilica; i rilievi morfologici identificano la condizione che viene definita con il termine di “linfoadenopatia dermatopatica”, comune alterazione linfonodale che consegue a processi patologici a carico degli organi drenati: in particolare, malgrado necessaria la verifica con i dati clinici e anamnestici, ipotizzo soprattutto una dermatopatia cronica, probabilmente su base di fenomeni di ipersensibilità, come suggerito dalla componente eosinofilica e associata ad un danno annessiale, come suggerito dai fenomeni frequenti di fagocitosi macrofagica di materiale non identificabile; quest’ultimo potrebbe potrebbe essere rappresentato da secreto apocrino o detrito tissutale, come conseguenza di fenomeni di iperplasia e rottura annessiale che si verifica spesso in corso di dermatopatie croniche.


Caso 2. Cane, Schanuzer gigante, M, 6 anni; neoformazione cutanea localizzata tra occhio e naso; non vengono specificati i caratteri clinici e anamnestici.
Esfoliano, su fondo lievemente ematico e detritico, numerosi elementi di aspetto epiteliale, a citoplasma indistinto, tendenzialmente cuboidale, contenente un quantitativo variabile di materiale basofilo e nucleo rotondo lievemente dismetrico, a cromatina compatta o granulare; gli elementi epiteliali si organizzano in lembi coesi, bi-tridimensionali, nel cui contesto esibiscono disposizione in brevi filiere; in associazione si rilevano numerosi macrofagi, talora cellule giganti multinucleate, in attività di melanofagocitosi.

Il quadro non è di difficile interpretazione, rappresentando, a mio giudizio, l’esfoliazione di una neoplasia annessiale benigna di origine annessiale; ipotizzerei soprattutto una natura apocrina della lesione, in quanto sussistono i caratteri morfologici e l’attività di melanofagocitosi, effettuata dalla componente macrofagica, è ampiamente descritta come fenomeno associato e secondario di lesioni quali la variante solido-cistica dell’adenoma duttulare apocrine.



Caso 3. Cane, Bovaro del Bernese, M, 6 anni; neoformazione cutanea localizzata tra dorso e fianco; come al solito, non vengono specificati i caratteri clinici e anamnestici.
Esfoliano numerosi elementi rotondocellulari di medie-grandi dimensioni, a citoplasma basofilo, frequentemente occupato da microglobuli polari e contenente nucleo rotondeggiante, talora doppio o multiplo, prevalentemente eccentrico, a cromatina granulare, in attività mitotica frequente; sono presenti occasionali fenomeni di citofagocitosi, che rappresentano, a mio giudizio, la difficoltà diagnostica che indurrebbe a pensare ad una neoplasia istiocitaria.

Malgrado la razza avvalli ulteriormente conclusioni tragiche e drastiche, mi limiterei ad ipotizzare una proliferazione plasmacellulare, espressione di un plasmocitoma extramedullare; come sempre, in questi casi dubbi, sarebbe consigliabile la verifica immunoistochimica su frammenti bioptici di tessuto.

Casi 18 giugno
Caso 1. Cane, Barbone, F, 11 anni; versamento pleurico e massa mediatinica; campionamento del liquido per flushing e della massa per agoinfissione.
Del versamento viene fornito uno striscio tal quale, senza allegare specifiche chimico-fisiche e conseguentemente non è possibile eseguire una classificazione; l’allestimento è rappresentato dall’esfoliazione di elementi mesoteliali, di aspetto reattivo, di macrofagi a citoplasma dilatato da microglobuli e da granulociti neutrofili di aspetto segmentato;

Il campionamento della massa mediastinica si caratterizza invece per l’esfoliazione di elementi epiteliali a citoplasma rotondeggiante, basofilo, contenente microglobuli acromatici e nucleo rotondo dismetrico a cromatina grossolana, nucleolato, organizzati in lembi discoesi bi-tridimensionali; dai bordi aggregativi si rilevano gruppi di cellule con distribuzione pseudopapillare e talora focolai di maturazione squamosa.



Il quadro individua un processo di reattività mesoteliale con lieve flogosi cavitaria e la presenza di una neoplasia epiteliale maligna toracica; la mia interpretazione è relativa ad un carcinoma di presumibile origine polmonare, con reattività mesoteliale; credo che l’ipotesi clinica relativa ad una localizzazione mediastinica della massa non sia supportata dall’evidenza citologica, in quanto sono rarissime le neoplasie mediastiniche epiteliali primarie e i caratteri depongano per un carcinoma bronchiale con aspetti papillari e squamosi, difficilmente discriminabile su base radiografica, soprattutto se la massa è molto grande; la discrepanza con il quadro citologico del versamento è dovuta al fatto che la neoplasia, pur causando le alterazioni tissutali e vascolari a carico dei segmenti submesoteliali, responsabili dell’aspetto morfologico del liquido, ancora non abbia raggiunto la superficie celomatica e conseguentemente non sia rilevabile nel liquido di versamento.

Caso 2. Cane, meticcio, 14 anni, M; neoformazione in regione del collo: dati anatomici, clinici e anamnestici non segnalati.
Indagine citologica agevolissima, facilitata dall’esfoliazione di ampi aggregati di elementi epiteliali a citoplasma indistinto, contenenti nucleo rotondo lievemente dismetrico a cromatina compatta o granulare; ad un’indagine ravvicinata degli aggregati risulta evidente la disposizione frequentissima in microfollicoli; questo è un esempio di quanto la citologia, generosa in termini di informazioni morfologiche, bilanci l’avarizia delle informazioni cliniche e permetta una diagnosi, anche senza dati anatomici e clinici, di un carcinoma tiroideo a pattern microfollicolare o, in alternativa, sebbene meno probabile, di altro carcinoma neuroendocrino regionale, da sottoporre a stadiazione accurata.