venerdì 26 febbraio 2021

Casi citologici martedi 16 febbraio 2021

 Caso 1; gatto, razza DSH, 8 anni, MC; neoformazione sottocutanea in regione mandibolare.

Esfoliano elementi a citoplasma indistinto, di cui si apprezza talvolta profilo colonnare, eosinofilo, occupato da globuli acromatici voluminosi, che suggeriscono un comportamento secretorio; la natura secretoria è suggerita anche dalla disposizione in microacini e in brevi palizzate; il nucleo è dismetrico, a cromatina grossolana o compatta; convivono, nella presentazione morfologica delle cellule, una disposizione in lembi prevalentemente regolari, con aspetto honeycomb e disposizioni adiacenti disordinate e disconnesse; queste caratteristiche individuano una diagnosi citologica di carcinoma con aspetti di derivazione ghiandolare e un sospetto che prevale su tutti di carcinoma delle ghiandole ceruminose, supportato anche dalla localizzazione anatomica; questo tipo di carcinoma tende infatti spesso a invadere la base anatomica del canale auricolare e a infiltrare nei tessuti circostanti, talora con masse voluminose.





Caso 2; cane, dati segnaletici non indicati, precedente diagnosi di carcinoma salivare; massa mediastinica, individuata con esame tomografico, sospetta metastasi.

L’esfoliazione è abbondante e rappresentata da cellule che esibiscono scarsissimi aspetti secretori, per non dire che non ne esibiscono nessuno; al contrario, l’aspetto morfologico di queste cellule è relativo ad un profilo citoplasmatico indistinto, talora irregolarmente colonnare, con un nucleo dismetrico a cromatina grossolana o compatta; le disposizioni sono rappresentate da brevi filiere a palizzata e in pseudopapille, identifcate da aggregati tridimensionali, il cui bordo è delineato dalle superfici citoplasmatiche; non c’è niente che mi convinca di una metastasi di un carcinoma salivare, dal quale mi aspetterei sinceri aspetti secretori, quali materiale citoplasmatico, dilatazione, globuli o materiale extracellulare; mi sentirei invece abbastanza sicuro nel dire che questa è una lesione primaria, che col mediastino non c’entra niente e che è targata in tutto e per tutto come neoplasia polmonare primaria, quasi sicuramente un carcinoma bronchiale e per il quale suggerirei un bella revisione e un confronto con i dati tomografici.





 

martedì 2 febbraio 2021

Casi citologici martedi 2 febbraio 2021

Caso 1: Cane, meticcio, F, 10 aa, espansione del parenchima splenico con ipergammaglobulinemia; Cane, nodulo interdigitale.

Due casi morfologicamente facili che offrono lo spunto per discutere brevemente la classificazione delle neoplasie plasmacellulari. Come si può notare, i due campioni sono praticamente sovrapponibili dal punto di vista morfologico, ossia sono rappresentati dalla presenza di elementi rotondocellulari dispersi singolarmente a citoplasma occupato da arcoplasma o da zolle di materiale eosinofilo che si addensano a sede submembranaria (quel carattere morfologico sulla cui base qualche barbaro si sente in diritto di utilizzare il termine descrittivo di “cellula a fiamma”); il nucleo è talora doppio o triplo e costantemente paracentrale od eccentrico. 


Alla faccia della presentazione citologica analoga, stiamo guardando due popolazioni cellulari provenienti da una milza ingrandita in un cane con ipergammaglobulinemia e da un nodulo cutaneo interdigitale in un cane asintomatico. Come può quindi l’aspetto morfologico delle plasmacellule neoplastiche essere indicativo di un processo patologico preciso? E’sufficiente la valutazione dell’aspetto morfologico delle plasmacellule neoplastiche a prevedere il comportamento biologico della malattia? E’possibile, su base morfologica, associare i caratteri morfologici di una proliferazione plasmacellulare a una diagnosi clinica definita? La mia opinione personale è: no, non è possibile. In bibliografia sono descritte proliferazioni plasmacellulari a sede splancnica che non hanno alcun esito nefasto per il paziente e lesioni definite come plasmocitomi extramedullari solitari a sede cutanea, generalmente considerati benignissimi, che a distanza di tempo hanno avuto un’evoluzione leucemica. Per cui la mia opinione è che sia bene astenersi da una diagnosi basata sulle morfologie che abbia implicazioni cliniche, limitarsi a definire la “proliferazione plasmacellulare” e lasciare che sia la stadiazione clinica, gli approfondimenti di laboratorio, come l’elettroforesi o l’esame delle urine e l’evidenza della progressione patologica a definire un verdetto di benignità o malignità.


Caso 2: cane, Pastore tedesco, M, 6 aa. neoformazione perianale.

Caso facile, cionondimeno interessante per alcuni aspetti morfologici: è un carcinoma dei sacchi anali, per il quale l’aspetto saliente non è rappresentato dai classici aggregati discoesi di elementi a citoplasma indistinto, in distribuzione frequentemente microacinare, bensì dall’esfoliazione di elementi a citoplasma indistinto, frequentemente occupato da microglobuli acromatici ed organizzati in filiere o palizzate; questa popolazione cellulare potrebbe essere rappresentativa di una variante tubulare o a cellule chiare della neoplasia, senza tuttavia che i rilievi incidano sulle previsioni relative al comportamento altamente aggressivo della neoplasia. In diagnosi differenziale si potrebbe considerare una forma scarsamente differenziata di carcinoma epatoide, che esibisce fenomeni di de-differenziazione di aspetto sebaceo, ma ritengo altamente improbabile che un carcinoma epatoide non esibisca almeno qualche cellula di chiara derivazione epatoide.