giovedì 18 luglio 2019

Casi citologici giorno martedi 16 luglio 2019


Caso 1: coniglia, FNA di massa cutanea in regione addominale; dati clinici e anamnestici non segnalati.

Per gli amanti del coniglio, come me, e dei suoi ruggiti, vi propongo un caso classico di citologia diagnostica: esfoliano numerosi elementi epiteliali a citoplasma indistinto, talora a profilo cuboidale, debolmente basofilo, occasionalmente contenente microglobuli basofili, recante nucleo rotondo dismetrico, a cromatina grossolana, sporadicamente nucleolato; gli elementi descritti si organizzano in lembi discoesi bi-tridimensionali, talor ain figure microacinari, da cui si distaccano piccoli gruppi o cellule singole, disperse alla deriva sul fondo dell’allestimento sotto forma di elementi necrotici; la necrosi è rappresentata da corpi cellulari ancora riconoscibili, contenenti nucleo picnotico o carioressico e da accumulo concomitante di detrito granulare.

Il quadro individua un processo proliferativo epiteliale maligno, indicativo di un carcinoma di presumibile origine mammaria; nel coniglio la maggior parte dei tumori mammari è rappresentata da carcinomi, con potenzialità a sviluppare metastasi linfonodali e polmonari, da sottoporre a verifica clinica e anamnestica con metodiche di imaging. Anche se in alternativa potrebbe trattarsi di una neoplasia annessiale non mammaria, la localizzazione anatomica della lesione, i caratteri citologici e la possibilità percentuale delle diagnosi differenziali rende l’interpretazione induttivamente facile.


Caso 2: Gatto, razza europeo, sesso MS, 14 anni; versamento addominale (inviato lo striscio diretto di materiale tal quale), alterazioni del profilo epatico e dell’ecogenicità del parenchima, di cui si esegue FNA.
Il versamento è caratterizzato dall’esfoliazione, su fondo modicamente ematico, di elementi nucleati rappresentati da granulociti segmentati, linfociti maturi e rari macrofagi, in attività di eritrofagocitosi.
Il campione ottenuto dal fegato si caratterizza invece per l’esfoliazione, accanto ad epatociti interessati da fenomeni minimi di danno aspecifico e reversibile, di alcuni elementi rotondocellulari, riferibili a cellule linfoidi immature, il cui citoplasma è occupato da granuli eosinofili polari e sono dotate di nucleo rotondo a cromatina grossolana, occasionalmente nucleolato.

La diagnosi di linfoma epatico di tipo LGL è relativamente facile; i caratteri del versamento sono invece aspecifici, disgiunti dalla diagnosi di linfoma, morfologicamente potrebbero essere ascrivibili ad un trasudato ad elevata concentrazione proteica, anche se sarebbero necessari dati chimici e fisici per confermare l’ipotesi; questo tipo di versamento potrebbe derivare da condizioni di congestione venosa passiva, che, in sede addominale, sono ascrivibili, tra le altre cause, soprattutto a ipertensione portale; a sua volta l’ipertensione portale potrebbe derivare dall’epatopatia neoplastica identificata su base citologica. La diagnosi citologica dovrebbe innescare, nella testa del clinico, la necessità di stadiare il linfoma in atto, frugando tra gli altri organi splancnici; su base induttiva però credo che, malgrado frequente in casi analoghi, il sangue periferico non sia coinvolto, in quanto il campione di versamento è privo di cellule neoplastiche.

 

martedì 2 luglio 2019

Casi clinici giorno martedi 2 luglio 2019


Caso 1: cane, razza Cocker, sesso M, età 13 anni; viene richiesta la valutazione citologica di una lesione gengivale e di un linfonodo, ma non vengono fornite informazioni cliniche e anamnestiche.
Il campionamento della lesione gengivale è rappresentato dall’esfoliazione di elementi epiteliali a citoplasma rotondeggiante, frequentemente poligonale e di aspetto cheratinizzato, contenente nucleo rotondo o a profilo irregolare, a cromatina grossolana, organizzati in lembi discoesi, circondati da cellule cheratinizzate anucleate e da componente infiammatoria di tipo granulocitario neutrofilico, con aspetto segmentato e di tipo macrofagico; il quadro non mi convince, soprattutto a non conoscere la lesione primaria e il tipo di campionamento, ma morfologicamente le decisioni per cui propende la mia testa oscillano tra una grave displasia dell’epitelio, conseguente a flogosi e un carcinoma squamocellulare ben differenziato con flogosi secondaria.


Che non lascia dubbi invece è il campionamento del presunto linfonodo: esfoliano elementi a citoplasma rotondo o fusato, contenente un quantitativo variabile ma costante di pigmento melanico granulare, recanti nucleo rotondo od ovoide dismetrico a cromatina grossolana e nucleolati; gli elementi descritti esfoliano singolarmente o in gruppi discoesi, circondati da macrofagi frequenti in attività di melanofagocitosi; non ho dubbi circa una diagnosi di melanoma, ma ho dubbi su una sua presunta provenienza linfonodale, in quanto non vedo neanche una cellula linfoide.
Come interpreto questo caso?? La possibilità che nello stesso soggetto convivano due neoplasie diverse è remota ma non impossibile; la prima lesione potrebbe esprimere una displasia grave dell’epitelio, conseguente alla flogosi associata, ma per escludere un carcinoma squamocellulare sarebbero necessarie descrizioni della lesione e probabilmente un’indagine istopatologica; quello che invece è stato aspirato come linfonodo potrebbe essere la massa primaria, localizzata in regione aborale del cavo oro-faringeo, con caratteri tali da essere confusa per un linfonodo, in quanto è altamente improbabile che il linfonodo sia stato sostituito completamente dalla metastasi. E’ sempre imbarazzante sottolineare quanto la mancanza di dati clinici e anamnestici sia cruciale nelle considerazioni diagnostiche che si prendono su base morfologica.

 
Caso 2; cane, razza Beagle, 12 anni, M; campionamento di massa nasale; dati clinici e anamnestici non segnalati.
Il campione è dominato da due specie cellulari opposte; da una parte elementi epiteliali colonnari apicalmente ciliati, in aggregati coesi, con disposizione in palizzata; dall’altra elementi a citoplasma indistinto, tendenzialmente fusato, caudato o stellato, debolmente basofilo, contenente microglobuli acromatici e nucleo rotondo od ovoide dismetrico, a cromatina grossolana, in aggregati discoesi bidimensionali.


 Su base morfologica diagnostico un sarcoma nasale, per due ragioni principali: gli elementi neoplastici, malgrado il citoplasma intensamente globulare, che farebbe pensare ad attività secretoria e quindi a una provenienza epiteliale, magari ghiandolare, hanno profilo indistinto, talora fusato o caudato e non presentano architetture di tipo epiteliale; inoltre la loro associazione con epitelio respiratorio normale, talora iperplastico, rende improbabile un carcinoma, in quanto questa neoplasia difficilmente è sormontata da epitelio normale: un carcinoma è generalmente ricoperto da epitelio neoplastico, da detrito, da necrosi e da flogosi, mentre sono soprattutto le neoplasie mesenchimali che, malgrado crescite esuberanti e invasive, sono frequentemente ricoperte da epitelio respiratorio residuo normale, proliferando soprattutto in profondità, nel contesto dello stroma.