Caso 1: cane, incrocio, F, 13 anni; campionamento del fegato; dati clinici e anamnestici non segnalati.
Generalmente mi
rifiuto di emettere diagnosi nette quando esamino campioni di fegato in assenza
di indicazioni cliniche, anamnestiche, dei dati di laboratorio o della
descrizione dell’aspetto ecografico del fegato, in quanto la citologia epatica
è torbida e la collocazione dei rilievi citologici in un contesto preciso è
indispensabile; i campioni di questo caso si caratterizzano per la presenza di
epatociti a citoplasma indistinto, vagamente dilatato, talora contenente
materiale pigmentario di aspetto lipofuscinico; tra gli epatociti si rilevano
stampi frequentissimi di materiale biliare, indicativo di una condizione
ostruttiva a carico del deflusso biliare; inoltre si rilevano cellule che
spiccano per differenza morfologica, quasi certamente di derivazione non
epatocitaria, di grandi dimensioni, a citoplasma rotondeggiante, debolmente
basofilo, contenenti nucleo irregolarmente rotondo. dismetrico, a cromatina
grossolana, talora nucleolato, per giunta in attività mitotica con aspetto
atipico (ma delle mitosi chissene…); questi elementi si dispongono in aggregati
bidimensionali discoesi, occasionalmente sotto forma di brevi filiere. Vale il
principio di partenza, cioè astenersi da diagnosi squadrate, ma qui chiederei
un bel confronto con i dati ecografici, in quanto queste cellule hanno il
potere di evocare con forza la possibilità di una neoplasia epiteliale maligna,
quasi sicuramente un colangiocarcinoma, possibile responsabile peraltro della
colestasi.
Caso 2: cane, Labrador, MC, 12 anni; campionamento per apposizione di croste e scaglie generalizzate.
Sono
tendenzialmente contrario al campionamento per apposizione, in quanto utile
quasi solo per valutare flogosi di superficie e poco altro, ma in questo caso
devo ricredermi; qui infatti, in mezzo a cellule cheratinizzate anucleate, si
osservano numerosissimi elementi rotondocellulari di aspetto linfoide,
dimensioni medie-grandi, scarso citoplasma debolmente basofilo e nucleo
irregolarmente rotondeggiante, quasi mai nucleolato. La mia diagnosi è di
linfoma cutaneo, probabilmente epiteliotropo, la cui componente cellulare ha
probabilmente trasmigrato fino agli strati epidermici di superficie, diventando
campionabile con una banale apposizione. In alternativa, può darsi che siano
state asportate le scaglie o le croste e che, asportando magari l’epidermide,
siano diventati campionabili gli strati dermici superficiali.