Caso 1: gatto, razza Europeo, sesso MC, età 8 anni. Nodulo
sottocutaneo interscapolare, eseguita FNA.
Esfoliano numerosi granulociti neutrofili di aspetto
diffusamente cariolitico, che manifestano attività di lipofagocitosi,
accompagnata anche dall’azione di macrofagi dispersi, ma che in maniera del
tutto singolare esibiscono anche la capcità di fagocitare cristalli romboidali,
poligonali, a volte allungati, di materiale rifrangente cristallino acromatico.
Poco altro da aggiungere se non discutere i caratteri di
questo reperto singolare. A mio giudizio è elevatissima la probabilità che
possa trattarsi di materiale cristallino esogeno, presumibilmente inoculato per
via iatrogena, con un vaccino, un farmaco, un integratore. Potrebbe essere
interessante raccogliere dati anamnestici e frugare tra le possibili cause di
questa reazione infiammatoria inusuale.
Caso 2: cane, razza Bovaro del Bernese, sesso M, età 5 anni.
Presenza di bicitopenia, anemia con trombocitopenia rigenerativa presumibilmente
immunomediata. All’esame ecografico si rilevano lesioni nodulari spleniche e polmonari. Si esegue FNA delle
lesioni spleniche.
Caso difficilissimo, almeno per me; in realtà diventa
facilissimo quando si realizza che si tratta di un Bernese, razza canina che non
annovera propriamente tra le cause principali di morte il trauma
automobilistico…
La prima cosa che salta all’occhio del campione citologico
della lesione splenica è l’assenza di linfociti, limitati a sporadici elementi maturi od in maturazione; il campione, marcatamente cellulare è dominato da
cellule eritroidi in tutte le fasi di maturazione, disperse singolarmente od
aggregate nelle cosidette isole eritroblastiche; tra esse si rilevano alcuni
megacariociti e alcune cellule di aspetto istiocitario, a citoplasma
rotondeggiante, variabilmente basofilo, contenente nucleo ovoide clivato
dismetrico a cromatina grossolana nucleolato, in attività di citofagocitosi
frequente. È un po’ difficile rendere in qualche immagine il senso visuale del
vetrino, dal quale si realizza che le cellule istiocitarie sono sporadiche e
veramente focalizzate in alcuni punti del campione, per il resto massicciamente
abitato da cellule eritroidi.
La mia interpretazione del caso è che nella milza stanno
convivendo le due anime della malattia di questa povera bestia: il tentativo da
parte della milza di rigenerare il sangue perso per processi immunomediati e la
proliferazione delle cellule istiocitarie maligne che probabilmente sono le
reponsabili di questo processo. La difficoltà della diagnosi morfologica sta nel fatto che non si vede una
sostituzione del parenchima per proliferazione massiccia di elementi
neoplastici e che questi, pochi e dispersi, devono essere cercati e distinti da
una cellularità prevalente di tipo eritroide. Secondo me era meglio se andava sotto la macchina…
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