giovedì 9 giugno 2022

casi citologici giorno 8 giugno 2022

Una raccolta di casi un pò fuori dalle abitudini del CRAMPO, ma che mi permettono di discutere le mie perplessità circa i criteri diagnostici del carcinoma epatoide.

Fate un esperimento bibliografico: aprite i manuali di riferimento di citopatologia diagnostica e andatevi a leggere i criteri di diagnosi del carcinoma epatoide codificati dai loro autori. Resterete stupiti nel constatare che NESSUNO affronta l’argomento in maniera pratica e concreta. Le ragioni potrebbero essere almeno due: o che il carcinoma epatoide non esiste o che nessuno si azzarda ad elencare criteri codificati. Siccome vi assicuro che, dati bibliografici alla mano, esiste, eccome, propendo per la seconda ipotesi.

Con i casi discussi negli ultimi incontri descrivo un mio punto di vista personale: questo breve elenco di criteri non ha valore diagnostico e non deve essere necessariamente condiviso, almeno fino a quando potremo ispirarci agli studi di qualcuno che si prenderà la briga di codificarli.

Caso 1: cane, razza Pinscher, MC, 10 anni; neoformazione anale.

Il primo criterio cui affido la mia diagnosi è la discoesione disordinata e dispersa delle cellule neoplastiche che tendono a distaccarsi dai bordi di grandi aggregati tridimensionali (figura 1)


Caso 2: cane, meticcio, 13 anni, M; neoformazione anale

Il secondo criterio, sempre a mio modo di vedere, andrebbe considerate la tendenza delle cellule neoplastiche a manifestare la cosidetta “dedifferenziazione”, cioè a perdere l’aspetto tipico della cellula epatoide, a citoplasma poligonale, debolmente basofio, finemente reticolato e ad assumere l’aspetto della linea epiteliale sebacea, da cui, per specializzazione, deriva l’epitelio epatoide, ossia citoplasma indistinto e contenuto rappresentato da globuli acromatici di aspetto sebaceo (figura 2).


Caso 3: cane, razza Pinscher, sesso M, 12 anni; neoformazione perianale.

Il terzo criterio è rappresentato, nelle elucubrazioni visionarie che agitano i miei pensieri disconnessi, dall’aumento visibile, ai bordi degli aggregati, di elementi immaturi di riserva, con citoplasma indistinto e tendenza dei nuclei a sovrapporsi uno sull’altro in gruppi disordinate (figura 3).


Caso 4: cane, razza Golden retriever, sesso M, 11 anni; neoformazione alla base della coda.

Ultimo criterio, purtroppo pochissimo frequente, è una convergenza dei criteri precedenti (discoesione, dedifferenziazione, elementi di aspetto immaturo) e la presenza di quei benedetti criteri di malignità citologica, come da tradizione, ossia, dismetrie nucleari e cromatina grossolana, che renderebbero la diagnosi relativamente facile (figura 4).



giovedì 28 aprile 2022

Casi citologici giorno 28 aprile 2022

 

Caso 1, gatto, DSH, 12 anni, FS; pancreas aumentato di volume e disomogeneo; campionamento del fegato; ovviamente i dati clinici non sono stati comunicati.

Per fortuna (per il citologo, non per il gatto) i campioni sono estremamente cellulari e dominati da elementi epiteliali a citoplasma indistinto, talora occupato da microglobuli acromatici o da granuli eosinofili, contenenti nucleo rotondeggiante, eccentrico, marcatamente dismetrico, a cromatina grossolana, nucleolato; questi elementi sono organizzati in lembi discoesi, bi o tridimensionali, dalla cui periferia tendono a distaccarsi sotto forma di piccoli aggregati, nel cui contesto si riconoscono disposizioni micoracinari o in filiere; il fegato si caratterizza per fenomeni di colestasi frequente.



I rilievi sono sufficienti per emettere una diagnosi di carcinoma pancreatico esocrino con caratteri microacinari; la neoplasia è in genere molto aggressiva e necessita di stadiazione, allo scopo soprattutto di indagare eventuali metastasi a carico dei linfonodi o dei parenchimi splancnici; nel fegato si rilevano i fenomeni di colestasi che rappresentano, nel gatto, una conseguenza ostruttiva frequente a carico del deflusso biliare di malattie pancreatiche potenzialmente coinvolgenti il dotto escretore, che condivide con il dotto biliare comune lo sbocco in sede intestinale.


Caso 2: gatto, DSH, 14 anni, FS; massa intestinale (facciamoci bastare la definizione e dimentichiamoci altri dati clinici e anamnestici).

Anche in questo caso, per fortuna del citologo (e neanche stavolta del gatto), l’esfoliazione è abbondantissima e dominano, su fondo lievemente ematico e proteinaceo, elementi a citoplasma indistinto, di cui si apprezza, nei punti di conservazione ottimale, un profilo fusato o caudato, un citoplasma debolmente basofilo e un nucleo ovoide lievemente dismetrico, a cromatina compatta o granulare, nucleolato; le cellule descritte sono frequentemente imbrigliate nel contesto di fasci di materiale fibrillare eosinofilo: questo carattere, più che il profilo citoplasmatico, è fortemente suggestivo di una proliferazione di derivazione mesenchimale.


Non facciamoci ingannare dai caratteri innocui dell’aspetto morfologico di queste cellule: il loro numero estremamente elevato è da solo indice di una neoplasia mesenchimale maligna, che potrebbe essere espressione di un leiomiosarcoma, di derivazione muscolare liscia parietale, di un GIST (acronimo fastidioso perchè anglosassone, a cui genuflettersi, che sta per Gastrointestinal Stromal Tumor), di derivazione dalle cellule di Cajal o altra neoplasia mesenchimale maligna, di cui ipotizziamo una derivazione parietale solo su base induttiva, in quanto non ci sono stati forniti dati clinici e anatomici di alcun tipo, se non l’immagine eterea di una “massa” intestinale. Qualora fosse necessaria una distinzione di istotipo, sulla base di una più o meno  vaneggiata capacità di estensione metastatica diversa per le diverse neoplasia, si rimanderebbe a valutazioni di tipo immunoistochimico da effettuarsi su sezioni istologiche della lesione stessa, ma sicuramente dopo una stadiazione accurata, allo scopo di escludere altri coinvoglimenti intestinali o metastasi già eventualmente presenti.




martedì 12 aprile 2022

Casi citologici giorno 12 aprile 2022

Si, è vero, ritorno su queste frequenze dopo mesi di silenzio inerte e colpevole, ritorno a popolare la pagina del blog, peraltro poco frequentata, ma sotto la sollecitazione di qualcuno che ci tiene, spero di essere in grado, d'ora in avanti, di garantire la pubblicazione costante dei casi citologici, come facevo quando ero diligentemente assiduo. Per cui, dopo aver rimosso le ragnatele al sito, ecco la prima infornata, qualla dei casi di stamattina!!!

Cane, Bulldog 1,5 anni, F; nodulo vaginale, tampone (scraping?).

Con l’eccezione di numerosi elementi infiammatori rappresentati da granulociti neutrofili di aspetto segmentato o cariolitico, in attività occasionale di fagocitosi di batteri coccoidi e macrofagi prevalentemente singoli, in attività di leucofagocitosi, si osserva la presenza di una componente epiteliale con caratteri bislacchi: infatti, il profilo poligonale o rotondeggiante, l’aspetto variabilmente cheratinizzato e il nucleo rotondo a cromatina compatta, abbastanza compatibili con la derivazione da un epitelio vaginale lontano dalla fase estrale, si contrappongono alla presenza di granuli intensamente eosinofili, che riempiono il citoplasma. Mi è abbastanza oscuro il significato di questi granuli, piccoli, punteggiati, addensati attorno al nucleo: potrebbero essere espressione di aberrazioni a carico della sintesi dei granuli cheratoialini, i precursori della cheratina, come conseguenza di alterazione indotte dalla flogosi, ma non saprei escludere con certezza altre cause; a volte i neutrofili tendono a infilarsi tra le cellule e ad avvolgerle, come succede in corso di accumulo di elementi infiammatori attorno alle cellule acantolitiche nelle lesioni del complesso del pemfigo; non credo di poterli attribuire al processo definito con il termine di “discheratosi”, in quanto questo processo è definito come uno stato di cheratinizzazione prematura nel contesto dello strato spinoso (Julie Yager) e non come una condizione di ipergranularità; malgrado li abbia osservati sporadicamente in altre condizioni infiammatorie, per esempio ne ricordo un esempio provenire dalla cute del canale auricolare, lascio aperta l’interpretazione, ma curando la certezza di non confonderli, in quanto elementi squisitamente epiteliali, con mastociti neoplastici.



Cane, Bassotto, F; precedente escissione di neoplasia intestinale; presenza attuale di massa intestinale.

L’esfoliazione, su fondo ematico, è dominata da zolle voluminose, multiple, frequenti, di materiale eosinofilo denso, accanto alle quali si rilevano aggregati sporadici, di dimensione variabile, costituiti da elementi epiteliali a citoplasma indistinto, talora occupato da microglobuli acromatici, contenenti nucleo dismetrico, ovoide o rotondo, a cromatina grossolana, talora nucleolato. Gli elementi epiteliali tradiscono la loro natura secretoria organizzandosi talora in strutture lacunari replete dello stesso materiale eosinofilo presente in quantitativo massiccio sul fondo dell’allestimento. Ci viene in aiuto l’anamnesi, che riporta di una neoplasia intestinale pregressa e la clinica, che parla di una massa intestinale: il quadro è caratteristico di un adenocarcinoma intestinale mucinoso, probabilmente una recidiva (ma saranno le indagini a chiarirlo e a escludere una metastasi o una neopresentazione), rappresentato dalla proliferazione infiltrativa, in contesto parietale, di strutture tubulari dilatate dalla produzione di materiale mucinoso denso, che spesso fuoriesce distribuendosi nel contesto dello stroma fibromuscolare parietale, contribuendo all’aspetto massivo della lesione neoplastica; l’ago che campiona questa lesione si riempie innocentemente soprattutto di materiale mucinoso e, fortunatamente per la diagnosi, di elementi epiteliali che si organizzano attorno al materiale stesso, comportamento sufficiente per attribuirne loro la produzione.