casi citologici giorno 8 gennaio - 5 marzo 2014

Amici citonauti, terminate le somministrazioni festive di alcoolici leciti ed illeciti, esaurita la disseminazione di auguri, leciti ed illeciti ed assorbito il trauma da rientro, eccoci a riprendere le attività del CRAMPO! Se posso fare un augurio è di vedervi crescere in numero ma soprattutto in voglia di partecipazione, con interventi leciti ed illeciti! Pronti, via....


Caso 1: cane, razza Meticcio, sesso M, età 12 anni. Massa cutanea, non ulcerata, non adesa profondamente, diametro 8 cm, in regione del fianco sinistro
Caso stranissimo, di quelli che viene voglia di passare a qualche collega che si prenda la responsabilità della refertazione. Esfoliano, su fondo modicamente ematico e detritico, numerosissimi elementi infiammatori di tipo granulocitario eosinofilico, che sono prevalenti per vaste aree del campione e che solo sporadicamente sono associati a cellule occasionali a citoplasma repleto di granuli metacromatici e nucleo rotondo a cromatina irregolare, riconoscibili come mastociti ed a rari macrofagi a citoplasma indistinto, frequentemente microvacuolizzato.
Il quadro, in linea teorica, dovrebbe essere diagnosticato come flogosi eosinofilica, ma, guardiamoci negli occhi, quali flogosi eosinofiliche fanno una massa di 8 centimetri nel fianco??? Piuttosto, si prende il coraggio a due mani e si emette una diagnosi di mastocitoma, con aspetti di differenziazione morfologica moderata ed a ricca componente eosinofilica. Diciamo che si tratta di una presentazione inusuale di questa neoplasia, che a volte è rilevabile anche istologicamente, con edema dei tessuti neoplastici, dispersione di numerosissimi eosinofili e presenza di mastociti sporadici.









 
Caso 2: cane, razza meticcio, sesso FS, età 11 anni; paziente ipotiroideo e diabetico, che presenta una voluminosa massa epatica
Bel caso fichissimo, dove la morfologia cellulare e soprattutto le architetture scrivono da sole il nome della diagnosi, con lettera iniziale maiuscola ed istoriata tipo codice miniato. Allora, anzitutto si fa fatica a vedere epatociti, che sono relegati in alcuni angoli del campione e che manifestano aspetti di steatosi microvescicolare con accumulo di lipofuscina. In ogni caso la loro presenza mi rassicura circa la localizzazione anatomica della lesione, da cui esfoliano cellule fusate o stellate, talora caudate, a citoplasma basofilo microvacuolizzato, che occasionalmente incorpora eritrociti, recanti nucleo rotondo od ovoide dismetrico, a cromatina zollata macro e multinucleolato, in attività mitotica sporadica. Questi elementi neoplastici si organizzano in lembi irregolari, nel cui contesto esibiscono distribuzioni concentrate attorno a lacune percolate da emazie; in associazione si rilevano numerosi elementi macrofagici in attività di eritrosiderofagocitosi.
La distribuzione di cellule fusate maligne attorno a spazi lacunari di aspetto vascolare è fortemente indicativa anche se non patognomonica di emangiosarcoma; inoltre la presenza di fenomeni frequenti di eritrofagocitosi è indicativa di processi emorragici in sede intralesionale.
La mia diagnosi è quindi di sarcoma epatico, opterei per un emagiosarcoma epatico, che, sulla base della stadiazione (assenza di lesioni primarie in altre sedi) è presumibilmente primario. L’incidenza dell’emangiosarcoma epatico primario è bassa ed inusuale, ma ricordo anche che l’emangiosarcoma epatico è la neoplasia mesenchimale epatica più frequente.



 
Caso 1: cane, razza Pastore tedesco, sesso F, età 12 anni; tumefazione in regione sopraorbitale destra, di cui si invia FNCS.
Caso con alcuni spunti morfologici interessanti; esfoliano elementi a citoplasma rotondeggiante, occasionalmente caudato o fusato, variabilmente basofilo, frequentemente microvacuolizzato, recanti nucleo rotondo a cromatina grossolana, macro e multinucleolato, in attività mitotica sporadica, che ad una prima analisi assomigliano moltissimo a blasti linfoidi; tuttavia gli elementi descritti sono dispersi singolarmente oppure più frequentemente sono organizzati in lembi bi-tridimensionali, immersi in quantitativo variabile di materiale eosinofilo denso, che per i suoi caratteri morfologici è riferibile a matrice condroide.
Secondo la mia interpretazione il quadro individua i caratteri morfologici relativi ad una neoplasia mesenchimale maligna, con aspetti di differenziazione condroide, cioè un condrosarcoma ma vi confesso di aver avuto alcuni dubbi e di essere stato tentato ad una diagnosi di linfoma. Emetto la diagnosi non tanto sull’aspetto morfologico delle cellule neoplastiche, quanto sulla loro distribuzione e sulla presenza della matrice condroide.




Caso 2: cane, razza Boxer, sesso F, età 6 anni. Presenza di numerosi mastocitomi cutanei diagnosticati nella stessa occasione in cui è stata rilevata voluminosa neoformazione in regione tiroidea (8 cm. di diametro), di cui si esegue FNCS.
Caso difficilissimo, almeno.. per me è difficilissimo! L’aspirazione della tiroide ha fornito un campione moderatamente cellulare rappresentato da elementi a citoplasma rotondo o colonnare, debolmente basofilo, frequentemente ingombrato da fine granulazione eosinofila, contenenti nucleo rotondo lievemente dismetrico, costantemente eccentrico, a cromatina irregolare, occasionalmente nucleolato. Gli elementi descritti esfoliano singolarmente oppure sono disposti in lembi discoesi bidimensionali, nel cui contesto manifestano arrangiamenti in filiere e brevi palizzate e si associano a numerosi nuclei nudi dispersi sul fondo.
E qui partono i voli pindarici: cellule, a volte rotonde, con granuli nel citoplasma, in un cane con mastocitomi multipli… sarà un mastocitoma anche questo??? No, secondo me è un’altra cosa: anzitutto le cellule tendono a disporsi singolarmente ma anche in piccoli gruppi o filiere, inoltre il nucleo è costantemente eccentrico; con questi caratteri non riesco proprio a vendere le cellule come mastociti. Penso piuttosto ad una neoplasia epiteliale maligna di origine presumibilmente neuroendocrina, sarei quasi certo di un carcinoma tiroideo a cellule C o carcinoma medullare, forse, ma molto meno probabile, un tumore dei chemocettori vascolari regionali. Con questa spavalda audacia nella diagnosi, aspetto fulmini e saette da tutti… ma ovviamente anche opzioni alternative!


Caso 1: gatto, razza Europeo, sesso FOH, età 15 anni. Respiro discordante, versamento pleurico, massa mediastinica, disomogeneità splenica; si esegue FNCS della massa mediastinica.
Esfoliano, su fondo modicamente ematico, diffusamente proteinaceo granulare, elementi di aspetto epiteliale a citoplasma indistinto rotondeggiante uniformemente basofilo, contenente nucleo rotondo dismetrico, a cromatina irregolare, talora nucleolato, organizzati in lembi discoesi bi-tridimensionali, attraversati frequentemente da assi capillari ramificati e circondati da numerosissimi nuclei nudi.
Abbiamo già analizzati altre volte, durante le luminose mattine del CRAMPO, caratteri morfologici come questi, riferendoci ogni volta ad espressioni relative ad una neoplasia epiteliale maligna di origine neuroendocrina; considererei la possibilità relativa ad una neoplasia ad insorgenza dal sistema cellulare neuroendocrino diffuso, presente sia nell'esofago che nel parenchima polmonare, oppure da organi neuroendocrini specializzati quali i chemocettori vascolari oppure ancora da tessuto tiroideo ectopico.


Caso 2: cane, Jack Russel terrier, sesso F, età 3 anni. Presenza di grave disomogeneità del parenchima epatico e splenico e versamento addominale. Si esegue prelievo del liquido ascitico ed allestimento per striscio diretto e sedimentazione.
Sottotitolo del caso sarà: la classificazione dei versamenti funziona benissimo!!
Questo liquido presenta PS 1020 e dosaggio delle proteine di 2.3 g/dl e rappresenta pertanto tecnicamente un trasudato. Se ai trasudati fanno generalmente riscontro diagnosi causali legate soprattutto a disordini a carico del circolo di deflusso venoso oppure alterazioni della pressione oncotica, che ci fanno in questo liquido blasti linfoidi?? Vero, sono molto dispersi, talora non convincono perché sono di dimensioni medie e non sempre sono presenti aspetti di immaturità, però i citoplasmi sono ampi e il nucleo presenta cromatina grossolana; inoltre si associano a rari elementi infiammatori di tipo granulocitario neutrofilico, talora macrofagico. Nel campione ottenuto per sedimentazione, dove realizzo una concentrazione di cellule in piccoli spazi, la maggior parte delle cellule sono blasti di aspetto linfoide, i nuclei sono irregolarmente rotondeggianti o convoluti e spesso si osservano nucleoli prominenti; ancora si associano cellule infiammatorie.
Forse mi sbaglierò e i puristi mi insulteranno biascicando ingiurie tra i denti, ma un quadro come questo non mi sento di darlo come banalmente reattivo o infiammatorio e propendo invece per una forma neoplastica, credo un linfoma che abbia coinvolto la sierosa. E perché un trasudato?? Penso che la progressione della neoplasia, allo stadio dell’analisi in corso, abbia determinato solo un occlusione parziale vascolare linfatica o venosa, che spiegherebbe i caratteri chimico-fisici, manifestandosi contemporaneamente con l’esfoliazione di alcuni elementi tumorali nella cavità celomatica.

 

Caso 1: cane, razza Incrocio, sesso FOH, età 13 anni. Presente scialorrea ematica; evidenziata neoformazione alla base della lingua, di cui si esegue FNCS.
Esfoliano, su fondo modicamente ematico e detritico, elementi cellulari a citoplasma rotondeggiante, frequentemente caudato, microvacuolizzato, solo occasionalmente poligonale con aspetto squamoso, contenenti nucleo rotondeggiante dismetrico, talora indentato, frequentemente paracentrale od eccentrico, a cromatina grossolana nucleolato. Gli elementi descritti sono organizzati singolarmente, talora associati a strands o piccole zolle di materiale eosinofilo denso; solo occasionalmente si rilevano elementi a citoplasma poligonale, di aspetto cheratinizzato focalmente disposti in lembi discoesi con organizzazione pavimentosa, circondati da modesta componente flogistica mista. I rilievi morfologici potrebbero trarre in inganno anche il più navigato dei citologi ed indurlo ad una diagnosi affrettata di sarcoma; invece secondo la mia opinione bisognerebbe affidarsi ai rari aspetti di cheratinizzazione dei citoplasmi per emettere una diagnosi di carcinoma squamocellulare, poco o moderatamente differenziato: questo è un bel caso in cui si evidenzia come i profili cellulari e le architetture non sono sempre la stella polare per l’orientamento della diagnosi e che la chiave risiede in pochi piccoli angoli del campione.



Caso 2: gatto, razza Siamese, sesso M, età 14 anni. Lesione cutanea nodulare in regione del naso.
Si osserva esfoliazione, su fondo ematico e detritico proteinaceo, di numerosi elementi ovoidi, caudati o fusocellulari a citoplasma basofilo, ingombrato da microglobuli eosinofili e nucleo rotondo od ovoide modicamente dismetrico, a cromatina irregolare nucleolato, dispersi singolarmente od immersi nel contesto di materiale fibrillare eosinofilo. Questi elementi sono circondati da numerose cellule giganti multinucleate, dove ad un polo della cellule si accumulano i nuclei ed a quello opposto si rileva intensa granularità eosinofila del citoplasma; questo tipo cellulare rappresenta presumibilmente una componente osteoclastica.
Mi limiterò ad una diagnosi citologica di neoplasia mesenchimale maligna a componente gigantocellulare. La differenziazione delle cellule giganti tra osteoclasti, cellule a derivazione istiocitaria e neoplastiche può essere difficile su base morfologica e servirebbero specifiche immunocito od immunoistochimiche, però mi sento abbastanza sicuro nel definire osteoclasti le cellule giganti osservate, sulla base della polarità dei nuclei e del bordo frastagliato e granulare; questo fatto implicherebbe un coinvolgimento della base ossea regionale da parte della progressione neoplastica. Diventa importante quidni la stadiazione clinica per stabilire come si estende e cosa coinvolge la neoplasia.



Caso 1: cane, razza Lagotto, sesso M, età 8 anni. Neoformazione cutanea ulcerata a livello di coscia sinistra delle dimensioni di circa una arancia.
Il caso è piuttosto semplice e la citologia è molto produttiva ai fini diagnostici. Esfoliano, su fondo ematico e detritico, elementi epiteliali a scarso citoplasma cuboidale indistinto, variabilmente basofilo, contenente nucleo rotondo dismetrico a cromatina zollata occasionalmente nucleolato, organizzati in lembi discoesi bi-tridimensionali, alla cui periferia manifestano talora disposizione in filiere basaloidi; gli aggregati descritti si associano a modesta componente flogistica mista dispersa e frequentemente alla deposizione di materiale cheratinico, rappresentato da lembi discoesi tridimensionali di cellule lamellari anucleate e occasionalmente da cellule ghost, attorno a cui sembrano talora avvolgersi.
Il quadro citologico fornisce tutti gli elementi per individuare una neoplasia epiteliale maligna a comportamento cheratinizzante, di verosimile origine annessiale follicolare, che potrebbe corrispondere, per esempio, ad un tricoepitelioma maligno. Non è tanto importante stabilire il nome preciso istologico di questa neoplasia quanto eseguire una stadiazione clinica accurata, tesa a rilevare l'attività di coinvolgimento locale ed eventuali estensioni metastatiche linfonodali regionali.




Caso 2: cane, razza meticcio, sesso F, età 8 anni. Disuria e area radiopaca ed iperecogena a livello del collo della vescica. Si esegue un prelievo per cateterizzazione traumatica della vescica.
Esfoliano abbondanti, su fondo lievemente ematico e detritico, elementi epiteliali a citoplasma rotondeggiante, variabilmente basofilo, frequentemente microvacuolizzato, contenenti nucleo rotondo dismetrico a cromatina irregolarmente grossolana, frequentemente nucleolato, talora doppio o multiplo, organizzati in lembi discoesi bi-tridimensionali, dispersi in piccoli gruppi o singolarmente. In associazione si osserva componente infiammatoria di tipo granulocitario neutrofilico, con aspetto segmentato o cariolitico e di tipo secondariamente macrofagico.
I caratteri di atipia e la distribuzione cellulare depongono per una diagnosi di carcinoma transizionale; tuttavia, per effetto soprattutto delle manovre di prelievo e della flogosi suppurativa descritta, non si può escludere con certezza la presenza di una grave forma iperplastica/displastica. Questi sono argomenti che abbiamo discusso animatamente durante l’ultimo incontro della SICIV e per i quali una parola “fine” secondo me non è stata ancora scritta. In un caso come questo consiglierei la correzione con terapia adeguata della forma flogistica e ripetizione del campionamento, preferibilmente con metodi atraumatici, per conferma della diagnosi relativa alla neoplasia transizionale.



Caso 1: razza Labrador, sesso F, età 6 mesi. Sono presenti piccoli noduli multipli a carico della palpebra superiore e inferiore destra e sul bordo labiale inferiore destro; il cane proviene dalla Puglia.
Sono certo che il collega referente ha voluto inserire la piccola nota finale di carattere geopolitico, probabilmente perché insospettito dalla giovane età del cane e dai sintomi bislacchi, forse anche perché animato da una fiera volontà di indirizzarmi nella ricerca delle cause. Ed eccola li, la Leishmania, che occhieggia sotto forma di amastigote tra le cellule infiammatorie, rappresentate da macrofagi che la fagocitano e tra linfociti e plasmacellule dispersi. Qui e là si osservano anche alcuni granulociti neutrofili che fagocitano batteri coccoidi e bastoncellari.
Ho sinceri dubbi sulla patogenesi di questo caso: questi noduli sono l’esito della somministrazione diretta degli amastigoti da parte del pappatace (potete continuare a chiamarla zanzara se volete…)?? Se è così, possibile che una zanzara, o pappatace che dir si voglia, sia viva e vegeta nel bel mezzo dell’inverno, per quanto pugliese possa essere, e così attiva da andare in giro a pungere cani ignari ed innocenti? Oppure la zanzara ha punto quest’estate e i noduli sono emersi solo adesso? Oppure cosa altro?? Dai, citonauti, stupitemi con la vostra sagace conoscenza… alcuni citonauti presenti stamattina mi hanno detto che in Puglia a gennaio faceva caldo come a settembre…e noi invece qui a far la doccia con la nebbia…

Caso 2: cane, razza Corso, sesso F, età 5 anni. Pregressa exeresi 1-2-3 mammella sx includente mastocitoma stadio I. Dopo tre mesi insorgenza di un nodulo in regione dell’ascella omolaterale, diametro 5 cm.
Esfoliano, su fondo ematico, elementi rotondocellulari a citoplasma variabilmente basofilo, talora ingombrato da microglobuli acromatici, oppure contenente sporadici granuli eosinofili e recanti nucleo rotondo o lobulato dismetrico, talora doppio, a cromatina grossolana, nucleolato, in attività mitotica atipica sporadica. Gli elementi descritti sono organizzati singolarmente od associati in piccoli gruppi discoesi, associati a granulociti neutrofili segmentati o ad eosinofili.
Il quadro citologico depone per una neoplasia rotondocellulare maligna, morfologicamente riferibile a mastocitoma a scarsa differenziazione morfologica. La condizione purtroppo è maligna e generalmente molto aggressiva ed impone una stadiazione clinica accurata, cosa che consiglierei prima di intraprendere qualunque tipo di decisione terapeutica. Una breve nota sulla morfologia: avete notato la presenza di granuli in alcune cellule e di microglobuli acromatici in altre?? Secondo me è perché alcune cellule possegono rari granuli tipici, altre o hanno degranulato e nel loro citoplasma residuano i vacuoli secretori vuoti, oppure posseggono granuli che non si colorano. E qui si aprirebbe una voragine sulle caratteristiche tintoriali dei mastociti… aperta la discussione!


Caso 1: gatto, razza Europeo, sesso M, età 7 mesi. Il micio presenta enterite responsiva a dieta con idrolisati e prednisone; è affetto da granuloma eosinofilico e da stomatite eosinofilica; attualmente è insorta una neoplasia di 2mmx2mm di diametro, in regione del garretto, consistenza fibrosa, di cui si esegue FNCS.
Esfoliano, su fondo modicamente ematico, elementi infiammatori rappresentati prevalentemente da macrofagi a citoplasma microvacuolizzato e nucleo rotondo ipercromatico eccentrico, dispersi singolarmente od aggregati in lembi di aspetto epitelioide ed associati a numerosissime cellule giganti multinucleate, a rari granulociti eosinofili e neutrofili segmentati, a linfociti maturi od in maturazione dispersi. La componente macrofagica e gigantocellulare si concentra talora attorno alla deposizione di materiale basofilo amorfo, in zolle tridimensionali, nel cui contesto si rileva la presenza di sporadici fasci di materiale eosinofilo denso.




Il quadro individua i caratteri di una flogosi mista a prevalenza macrofagica e gigantocellulare; i rilievi potrebbero essere espressione di una lesione del complesso del granuloma esoinofilico e nello specifico, rappresentare i foci di deposizione di materiale di degranulazione, associato a detrito cellulare, attorno a cui si accumula la componente flogistica descritta.




Caso 2: cane, razza Labrador, sesso F, età 5 anni. Nodulo dermico a sede dorsale, di cui si esegue FNCS.
Bel caso, emblematico, di puro esercizio stilistico e morfologico, ma non di sole diagnosi vive il citologo! Esfoliano cellule cheratinizzate con una caratteristica peculiare: hanno un citoplasma piccolo, rotondeggiante o poligonale, con un centro rotondo otticamente vuoto. Queste cellule sono chiamate cellule ghost e rappresentano l’aspetto morfologico patognomonico della cheratinizzazione matricale: questo tipo di cheratinizzazione avviene nei segmenti profondi del follicolo, dove le cellule del bulbo danno forma al fusto pilifero. Si differenziano dalle cellule cheratinizzate infundibolari perché queste, derivanti dal segmento superficiale del follicolo, l’infundibolo, hanno l’aspetto di lamelle anucleate e dalla cheratina trichilemmale, o istmo-catagena, derivante dal segmento medio del follicolo, che ha un aspetto amorfo.
Conseguentemente la presenza di cellule ghost individua una lesione cistica a contenuto cheratinico che insorge dagli strati profondi del follicolo, quelli bulbari e che esprime un tipo di differenziazione definito “matricale”.Non che la cosa determini prognosi diverse o comportamenti terapeutici o gestionali particolari… solo si tratta di un aspetto morfologico peculiare, che a volte si ritrova anche nei tumori follicolari ad insorgenza bulbare, come nel caso del pilomatrixoma.



Caso 1: cane, razza meticcio, sesso M, età 3 anni. Neoformazione sottocutanea intercostale. Eseguito FNA.
Esfoliano, su fondo ematico, elementi a citoplasma fusato o caudato, debolmente basofilo e nucleo ovoide, modicamente dismetrico, a cromatina grossolana, talora nucleolato. Gli elementi descritti sono organizzati in fasci ad andamento storifome, talora immersi in quantitativo modesto di materiale denso eosinofilo, ed esibiscono disposizioni in brevi palizzate.
Il quadro citologico di per sé identificherebbe una neoplasia mesenchimale maligna, ma i citologi onnivori e voraci si saranno accorti che la presenza delle palizzate non può essere casuale. Questi rilievi architetturali depongono infatti per una possibile origine neuronale della neoplasia, poiché individuano quelle che in istopatologia sono denominate le strutture di tipo “Antoni A”, brevi palizzate di cellule neoplastiche, che secondo alcuni rappresenterebbero un tentativo di ricostruire i recettori tattili. Per i più curiosi consiglio questo indirizzo internet: http://www.ajnr.org/content/28/9/1633.full
Troverete spiegazioni dettagliate su Antoni, il ricercatore che ha dato il nome alle strutture ed il loro significato patologico.




Caso 2: cane, razza Boxer, sesso F, età 9 anni; neoformazione sottocutanea in regione carpale, eseguita FNA.
Esfoliano, su fondo ematico, elementi a citoplasma fusato, caudato o stellato, variabilmente basofilo, contenente nucleo rotondo od ovoide modicamente dismetrico, a cromatina irregolare, talora nucleolato. Gli elementi descritti esfoliano singolarmente od in piccoli gruppi discoesi, dove si rileva l'associazione con due tipi di cellule peculiari; le prime sono cellule che presentano citoplasma ampio, nuclei doppi con localizzazione opposta ed eccentrica, da farle assomigliare alla testa di una mantide religiosa (cercare su internet per credere…); le seconde sono cellule rotonde, grandi , con nuclei multipli distribuiti a corona periferica. Se ne era già parlato in passato, ma il caso era così bello che l’ho riproposto, come ripropongo l’invito di andare a leggersi l’articolo dell’amico Mario Caniatti sull’argomento, esempio sopraffino di citologia creativa.
Quasi come un’impronta digitale le cellule binucleate e quelle multinucleate, individuano il quadro citologico di una neoplasia mesenchimale, morfologicamente riferibile a tumore perivascolare, verosimilmente ad un miopericitoma od un emangiopericitoma.





Caso 1: cane, razza Boxer, sesso M, età 10 anni. Cistite cronica, aumento di volume della prostata, che presenta aspetto ecograficamente alterato e numerose lesioni “cavitarie”. Miglioramento della sintomatologia con terapia antibiotica. Eseguita FNA ecoguidata del parenchima prostatico.
Esfoliano elementi epiteliali a citoplasma cuboidale o colonnare basofilo, frequentemente microvacuolizzato, contenenti nucleo rotondo a cromatina compatta basale, organizzati in lembi coesi bi-tridimensionali, circondati da numerosi elementi infiammatori di tipo granulocitario neutrofilico, con aspetto segmentato o cariolitico ed associati a cristalli di ematoidina dispersi.
Il quadro individua i caratteri di una prostatite suppurativa; probabilmente tra le cause si possono ipotizzare processi iperplastici primari predisponenti; la presenza di cristalli di ematoidina indica che si sono verificati processi emorragici di vecchia data, superiori almeno ai 6-7 giorni. Non si rilevano agenti eziologici ma pensiamo sempre al fatto che la terapia in atto, benchè stia probabilmente facendo il bene del cane, sta facendo il male del citologo perché potrebbe occultare l'identificazione morfologica di batteri responsabili. Da molti la prostatite suppurativa è considerata il reservoire di cistiti croniche recidivanti.



Caso 2: cane, razza Rottweiler, sesso M, età 10 anni. Da circa 7 giorni il propietario ha notato una neoformazione sulla palpebra superiore dell’ occhio dx. Eseguita FNA.
In questo citologico il bello è mettere insieme i frammenti del mosaico rappresentati dalle varie componenti. Esfoliano, su fondo ematico e detritico, elementi infiammatori di tipo granulocitario neutrofilico, con aspetto segmentato o cariolitico, che fagocitano batteri coccoidi e di tipo macrofagico, in attività di lipofagocitosi; queste cellule si disperdono singolarmente, ma a volte si organizzano in aggregati che circondano la deposizione di materiale acromatico di aspetto denso, presumibilmente sebaceo, in zolle grossolane; in altri punti si dispongono attorno a lembi tridimensionali di sebociti normoconformati, di cui si apprezza il citoplasma dilatato da microglobuli acromatici e il nucleo rotondo a cromatina irregolare.
Ma dai, facilissimo !!! Il quadro individua i caratteri relativi ad una flogosi mista verosimilmente conseguente e concomitante a proliferazione epiteliale sebacea regionale, di cui si apprezza mollemente la produzione rappresentata da materiale secretorio. Il patologo razionale indicherebbe la possibilità relativa alla rottura profonda di un'iperplasia o di un adenoma del Meibomio, la cui secrezione stimola la flogosi descritta.





 

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