mercoledì 16 settembre 2015

casi citologici giorno 16 settembre 2015

Buongiorno a tutti i citonauti! Riprendo la pubblicazione settimanale dei casi citologici degli incontri del CRAMPO. Spero di ritrovarvi tutti tonici e agguerriti per la nuova stagione!!

Uotisiordiagnosis. Bella la difformità di giudizio nelle risposte dei dieci coraggiosi; significa che esistono posizioni diverse, ognuna con le sue motivazioni. La mia è che se vedo, in associazione ai granulociti neutrofili, disposizioni epitelioidi dei macrofagi o la presenza di cellule giganti multinucleate mi permetto di chiamare la flogosi con il termine "piogranulomatosa", come da riferimento del tipo flogistico che si osserva in istologia. In tutti gli altri casi preferisco definirla "mista" o "neutrofilica macrofagica". Non sono questioni di lana caprina, perchè la flogosi piogranulomatosa prevede determinati tipi di cause, come i corpi estranei (cheratina in testa). Mi piacerebbe conoscere la vostra posizione in materia!



Caso 1: gatto, razza Europeo, sesso F, età 7 anni. Epatopatia con segni di flogosi, danno ed insufficienza epatica (WBC: 35.200/mcL; AST: 11 U/L; ALT 274 U/L; ALP: 456 U/L; GGT: 4.8 U/L; TBILI: 2.84 g/dl; UBA normalizzati: 66.4 mmol/L). Eseguita FNCS del parenchima epatico.

Esfoliano, su fondo ematico e detritico, epatociti a citoplasma basofilo dilatato dall'accumulo di materiale acromatico e recanti nucleo rotondo modicamente dismetrico, a cromatina irregolare, nucleolato, organizzati in lembi coesi bidimensionali di aspetto trabecolare, circondati da abbondantissima componente infiammatoria rappresentata da granulociti neutrofili segmentati, numerosissimi linfociti maturi od in maturazione, blasti sporadici e plasmacellule disperse, macrofagi in attività di citofagocitosi sporadica.

Il quadro individua i caratteri relativi ad una grave flogosi mista con prevalenza linfocitaria; gli aspetti relativi alle alterazioni epatocellulari esprime soprattutto fenomeni di rigenerazione. I rilievi esprimono un processo infiammatorio che, associato ai dati di laboratorio potrebbero esprimere una forma di colangite-colangioepatite cronica, per la cui conferma sarebbero comunque necessari approfondimenti di tipo istopatologico.




Caso 2: cane, razza Pincher, sesso F, età 10 anni. Nodulo cutaneo in regione della coscia.

Esfoliano elementi infiammatori numerosi di tipo granulocitario eosinofilico prevalente, secondariamente neutrofilico, macrofagico, linfocitario e plasmacellulare. La componente infiammatoria si concentra attorno alla deposizione di materiale basofilo amorfo grossolano, nel cui contesto si rileva il decorso di sottili strutture fibrillari eosinofile.

Quadro citologico di flogosi mista a prevalenza eosinofilica. Il quadro è singolare per l’associazione della flogosi al materiale detritico, che potrebbe esprimere quello che in istologia, rappresentato da accumuli di eosinofili e macrofagi attorno alla deposizione di materiale degranulato ed a fibrille collagene scompaginate, viene definito con il termine di “figura a fiamma” e che definisce una diagnosi di granuloma eosinofilico; in queste figure la microscopia elettronica non ha comunque mai dimostrato una vera e propria collagenolisi. Considererei soprattutto esiti di condizioni di ipersensibilità locale, quale una puntura d'insetto.




3 commenti:

  1. Ciao Carlo, grazie per questo caso interessante. Finalmente ho afferrato la differenza tra “lesione collagenolitica” e “figura a fiamma”! Per chi fosse interessato ho trovato un capitolo interessante delle VCNA: Canine and Feline Eosinophilic Skin Diseases by Paul B. Bloom. Vet Clin Small Anim 36 (2006) 141–160. Spero di non essere troppo in ritardo per una domanda: quail sono gli elementi che vuoi vedere per fare una diagnosi citologica di granuloma eosinofilico? Basta una risposta eosinofilica in un quadro clinico compatibile o ricerchi specificatamante flogosi mista, figure a fiamma, iperplasia mesenchymale?

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  2. Grazie Carola per la voce bibliografica. Io personalmente non faccio mai una diagnosi CITOLOGICA di granuloma eosinofilico, ma solo di flogosi eosinofilica prevalente, che suggerisce una lesione del complesso del granuloma eosinofilico, diagnosi prettamente ISTOLOGICA. Ovviamente il tipo di lesione e la morfologica citologica possono esere sufficienti per un indirizzo diagnostico che permetta la gestione del caso senza ricorso all'istologia. Tu che ne pensi?

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  3. Simile. La mia diagnosi citologica sarebbe 1) Infiammazione eosinofilica 2) granuloma eosinofilico sospetto. Per arrivare a questa interpretazione devo avere prima di tutto una presentazione clinica classica, e citologicamente una flogosi eosinofilica ma con segni di cronicità, tipo componente monocellulare or fibroplasia reattiva. Senza segni di cronicità, non avrei menzionato il grauloma. Ma dopo aver letto, mi chiedo se non sia ragionevole elencarlo come differenziale comunque, se clinicamente ci sta. Non consideravo le figure a fiamma come un ulteriore segno di supporto. Ma presterò' molta piu' attenzione ora!!! Grazie mille :)

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