Casi difficili oggi, parleremo di fegato, argomento sempre sfuggente, indeterminato e poco
approfondito; soprattutto, quello che scriverò è frutto soprattutto di opinioni
personali e conseguentemente come non mai soggetto a obiezioni, che attendo,
sanificanti e catartiche…
Caso 1; Cane,
meticcio, MC, 10 anni; epatopatia generalizzata e noduli del parenchima
epatico. FNCS del parenchima epatico nodulare e non nodulare.
Anche se partiamo
già molto male, con questa atrofia di dati, vediamo cosa possiamo ricavare dall’analisi
delle cellule; dai campioni provenienti dal fegato non nodulare (figura 1a e 1b) si rilevano
aspetti di danno epatico aspecifico e reversibile, rappresentato da dilatazione
citoplasmatica per accumulo di materiale acromatico, nebuloso, privo di
margini, che potrebbe essere riferibile a glicogeno, cosa che ritengo più
probabile oppure ad acqua e per la cui distinzione sarebbero necessarie
valutazioni con l’colorazioni speciali; questo aspetto morfologico è molto comune
in corso di epatopatie di origine estremamente varia e così definito perché
potenzialmente reversibile quando la causa che la determinato si risolve; in associazione sono presenti aspetti modesti di fibrosis, rappresentati da fasci irregolari di cellule fusate tra gli epatociti, indice morfologico di un possibile danno in via di cronicizzazione;
l’analisi del
parenchima nodulare (figura 1c) è virtualmente identica, dal punto di vista citologico, a
quella del fegato non nodulare; ciò significa che il parenchima proveniente dal
nodulo non presenta aspetti morfologici significativamente diversi da quelli
del parenchima extra-nodulare; questa è la base morfologica sulla quale io
personalmente ritengo sia logico identificare una diagnosi di proliferazione
epatocitaria benigna come spiegazione della lesione nodulare: posso ipotizzare
un iperplasia nodulare o un adenoma epatocellulare, ma l’assenza virtuale di
caratteri di atipia, tradizionali e specifici dell’epatocarcinoma, permettono
di escludere un processo neoplastico maligno e conseguentemente fornire al
clinico un dato per eseguire esclusivamente un monitoraggio periodico.
Caso 2; Cane,
meticcio, FS, 10 anni; epatopatia; FNCS del parenchima.
Questo caso è
anche più irritante del precedente, in quanto non ho alcun dato che contestualizzi
la definizione di epatopatia; tuttavia nei campioni citologici si osserva la
presenza di epatociti interessati da fenomeni lievi di danno aspecifico e
reversibile, anche in questo caso morfologicamente suggestivo di accumulo di
glicogeno o acqua; si osserva inoltre anche la presenza di una popolazione
infiammatoria, dominata da granulociti neutrofili di aspetto segmentato
cariolitico; il senso infiammatorio di questa popolazione, considerata la
percentuale modesta di elementi presenti, è fornito soprattutto dal fatto che
queste cellule tendono ad infiltrarsi tra gli epatociti e non ad accumularsi
perifericamente agli aggregati o, peggio, in periferia dell’allestimento, cosa
che mi farebbe invece pensare più probabilmente a un inquinamento ematico;
inoltre alcuni granulociti neutrofili presentano aspetti di cariolisi, che
supportano ulteriormente un processo infiammatorio suppurativo, presumibilmente
su base settica. Non ho mezzi morfologici per stabilire le cause, ma quanto
esposto è sufficiente per ipotizzare un processo infiammatorio suppurativo
epatico, da sottoporre a ulteriore verifica clinica e anamnestica, tramite
valutazione della risposta all’antibiotico o approfondimenti mirati a
individuare cause primarie, come per esempio una colangiopatia.
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