martedì 31 luglio 2018

Casi citologici giorno martedi 31 luglio 2018


Caso 1: gatto, DSH, 15 anni, MC; campionamento di fegato e linfonodi mesenterici; non sono segnalati dati clinici ed anamnestici.

Ed ecco qui un bel caso che fa venire caldo dietro le orecchie solo a leggere l’introduzione: fegato e linfonodi campionati senza neanche avere un’idea del quadro clinico, cioè due dei parenchimi più difficili da valutare senza il minimo supporto; in ogni caso il fegato si caratterizza per pochi aspetti salienti, prevalentemente un danno epatocellulare aspecifico, che morfologicamente definirei una steatosi microvescicolare sulla base dei globuli acromatici di aspetto lipidico intracitoplasmatici e l’associazione con una componente flogistica dominata da granulociti eosinofili numerosi, rappresentati da cellule mature e immature.
 
Il campionamento dei linfonodi propone due quadri distinti: uno dei linfonodi si caratterizza per l’esfoliazione di una percentuale elevatissima di granulociti eosinofili maturi o a banda, talora con aspetto ancora più immaturo e di sporadici elementi linfoidi polimorfi, tra cui si rilevano alcune plasmacellule; il secondo campione linfonodale è invece rappresentato dall’esfoliazione di elementi rotondocellulari di grandi dimensioni, morfologicamente riferibili a blasti linfoidi, a citoplasma debolmente basofilo, talora contenente microglobuli acromatici e recanti nucleo rotondeggiante a profilo indentato o lobulato, a cromatina grossolana, talora nucleolato; gli elementi linfoidi su associano a granulociti eosinofili frequenti.


 
Come mettere insieme i pezzi di questo rompicapo diagnostico?? Non ho a disposizione dati relativi all’esame emocromocitometrico ed alla formula leucocitaria e non posso quindi pronunciarmi con certezza circa l’esistenza di una eosinofilia periferica, ma sulla base dei granulociti eosinofili numerosi presenti sia nel fegato sia in almeno uno dei linfonodi, ipotizzerei un’ipereosinofilia paraneoplastica indotta da un linfoma a grandi cellule; l’aspetto delle cellule linfoidi è suggestivo per un linfoma T (con tutti i limiti che questa affermazione comporta!) responsabile della produzione di IL-5 e IL-3 e talora (non sempre, anzi raramente) causa dell’ipereosinofilia, come descritto in bibliografia; nel nostro caso tra l’altro è evidente la massiccia produzione di eosinofili, testimoniata, oltre che dal numero, anche dalla presenza di cellule immature; se non avessi avuto l’avventura di riconoscere una causa evidente come il linfoma avrei invece ipotizzato una sindrome ipereosinofilica: questa sindrome rappresenta un raro disordine ematologico caratterizzato da eosinofilia periferica, del midollo ematopoietico ed infiltrato eosinofilico nei parenchimi splancnici in assenza di cause primarie riconoscibili; tra i meccanismi proposti si annoverano una attività di immunoregolazione anormale oppure un’alterazione nel meccanismo che regola la produzione degli eosinofili, quale per esempio una forma leucemica granulocitaria eosinofilica, sempre difficile da attestare con certezza. A questo proposito sottolineo la differenza tra le due condizioni di ipereosinofilia periferica e sistemica, una, la più frequente, indotta da cause primarie, come parassitosi, asma bronchiale, allergia alle pulci, granuloma eosinofilico, tumori, come il mastocitoma o il linfoma T (il caso in questione) ma anche la FIP, la panleucopenia o la toxoplasmosi, malattie urinarie, ipertiroidismo e malattie immunomediate; la seconda, di cui non è possibile riconoscere cause stimolanti, che definiamo sindrome ipereosinofilica.

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