mercoledì 7 ottobre 2015

casi citologici giorno 7 ottobre 2015

Uotisiordiagnosis. Molto bravi quelli che hanno riconosciuto i caratteri della fibrosi epatica, rappresentata da cellule fusate tra gli epatociti.



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Caso 1: cane, razza Boxer, sesso M, età 3 anni. Dopo tiroidectomia, con diagnosi di adenocarcinoma tiroideo, si rileva ingrandimento della tiroide contro laterale con lesione nodulare del parenchima.

Il fondo dell’allestimento è ingombrato da un quantitativo massiccio di materiale proteinaceo denso basofilo, su cui esfoliano elementi epiteliali a citoplasma indistinto, tendenzialmente cuboidale, variabilmente basofilo, talora microglobulare, contenente nucleo rotondo a cromatina compatta od irregolarmente granulare, distribuiti in lembi coesi bidimensionali, nel cui contesto contraggono rapporti in disposizioni ordinate di tipo honeycomb; in associazione si rileva la presenza di elementi macrofagici a citoplasma contenente microglobuli basofili od acromatici, dispersi singolarmente, cui si associano elementi linfoplasmocellulari dispersi e granulociti neutrofili segmentati sporadici.

I rilievi individuano i caratteri relativi ad una lesione cistica del parenchima tiroideo, morfologicamente riferibile ad una forma iperplastica o ad un adenoma. In sostanza baso la mia diagnosi sulla presenza di abbondantissimo materiale proteinaceo di aspetto colloidale, sull’assenza di strutture micro follicolari, virtualmente l’unico criterio di diagnosi del carcinoma tiroideo e sulla presenza di numerosi macrofagi, caratteri che tutti insieme mi fanno pensare a una lesione molto ben differenziata, con aspetti cistici e lontana da quello che esprime generalmente un carcinoma. Si renderebbe in ogni caso necessaria l'indagine istopatologica per conferma diagnostica, anche sulla scorta della diagnosi a carico del lobo controlaterale. Questo è un caso per il quale i criteri di diagnosi sono latitanti e per il quale mi piacerebbe conoscere l’opinione di ciascuno…

Alla fine è stata eseguita l'escissione e l'esame istologico. La tiroide è costituita da follicoli dilatati da colloide, supportati da stroma interessato da infiltrato flogistico linfoplamacellulare e macrofagico prevalente. Componente macrofagica è presente abbondante anche nel lume follicolare. La diagnosi è di tiroidite linfoplasmacellulare con iperplasia follicolare. 






Caso 2: cane, West Highland White Terrier, sesso FO, età 8 anni. Nodulo mammario inguinale, diametro 3 cm.

Esfoliano abbondantemente, su fondo ematico e detritico, elementi epiteliali a citoplasma basofilo indistinto cuboidale contenente nucleo rotondo a cromatina irregolarmente compatta, organizzati in lembi variabilmente coesi, bi-tridimensionali, frequentemente associati a zolle di materiale denso basofilo di aspetto secretorio ed a macrofagi dispersi, con citoplasma dilatato dall’accumulo di microglobuli basofili. In diretta adiacenza si rileva la presenza di cellule a citoplasma rotondeggiante, caudato o stellato, debolmente basofilo, contenente nucleo rotondo lievemente dismetrico a cromatina irregolare, disperse singolarmente od immerse nel contesto di materiale denso eosinofilo di aspetto condroide.

Il quadro citologico esprime la presenza di una neoformazione epiteliale con aspetti cistici e complessi, quest'ultimi riferibili a metaplasia condroide del mioepitelio; i rilievi suggeriscono la presenza di un tumore misto benigno, di cui si consiglia conferma, previa stadiazione clinica, tramite indagine istopatologica. Si tratta dell’eterno dilemma circa la diagnosi dei tumori mammari, di cui si può descrivere molti aspetti, come nel caso in questione, dove la presenza di epitelio tendenzialmente privo di atipie, di materiale secretorio e di mioepitelio con aspetti metaplastici condroidi sono sufficienti per delineare una neoplasia complessa e cistica: bisogna ricordare però che i tumori mammari possono esprimere aspetti molto diversi nel contesto della loro crescita e che conseguentemente quello che osserviamo all’esame citologico è espressione diretta del punto dove l’ago è andato a pescare e che non abbiamo informazioni su eventuali trasformazioni maligne che avvengono in punti adiacenti o riguardo comportamenti infiltrativi di cellule apparentemente benigne; per questo l’esame istologico è indispensabile per una diagnosi definitiva, soprattutto se la neoplasia è di grandi dimensioni.




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