mercoledì 25 marzo 2015

casi citologici giorno 25 marzo 2015

Amici citonauti: per tutti i fans, supporters e groupies del Bassett Hound Camillo, date un'occhiata al post precedente... importanti comunicazioni!!!


Caso 1: cane, Whippet, sesso M, età 12 anni. tosse cronica, catarro di modesta entità, colore chiaro; prelievo di catarro bronchiale in endoscopia.

Esfoliano, nel contesto di materiale proteinaceo abbondante, denso, in volute lineari, macrofagi alveolari associati a modesta componente infiammatoria di tipo granulocitario neutrofilico, con aspetto segmentato o cariolitico; focalmente si rileva la presenza di elementi epiteliali a citoplasma cuboidale o colonnare, di cui apprezza talora l'apparato ciliare apicale, in lembi discoesi bidimensionali. Il contesto descritto è inoltre popolato da numerosi elementi fungini unicellulari, a gemmazione polare, morfologicamente riferibili ad agenti del genere Candida spp e da batteri bastoncellari dispersi, talora aderenti alla superficie di cellule squamose dotate di nucleo picnotico.

Il quadro individua i caratteri relativi ad una flogosi suppurativa modesta, aspecifica. La dispersione degli agenti fungini e batterici descritti è da imputarsi verosimilmente a fenomeni di colonizzazione luminale della struttura bronchiale analizzata, piuttosto che ad un autentico ruolo eziopatogenetico e conseguentemente, dal mio punto di vista, il quadro esprime solo uno stato di lieve flogosi suppurativa aspecifica: tuttavia consiglierei di indagare possibili stati di ipo od anergia immunitaria oppure condizioni di immunosoppressione che possano aver favorito la proliferazione e l'impianto degli agenti descritti. Vi ho fatto vedere questo caso perché a volte siamo in imbarazzo nell’attribuire un ruolo ad alcuni agenti eziologici  e, a mio giudizio, il contesto, la dispersione libera di essi e l’assenza di un quadro flogistico significativo dovrebbero far propendere per fenomeni non patologici.





Caso 2: cane, razza Shih-Tzu, sesso F, età 15 anni. addome teso da qualche giorno, ultimo calore un anno fa, piccoli noduli mammari; ecografia addominale mostra copioso versamento corpuscolato (PS: 1035; TP: 3,5 g/dl; conta cellulare: 13.700 c/mcL
Esfoliazione, su fondo diffusamente ematico, di voluminosi aggregati di elementi a citoplasma rotondeggiante basofilo, contenente nucleo rotondeggiante modicamente dismetrico, a cromatina irregolarmente compatta, nucleolato, organizzati in struture voluminose di aspetto pseudopapillare, associate a macrofagi dispersi.

I rilievi morfologici individuano i caratteri relativi ad un essudato e la possibilità relativa all'esfoliazione celomatica di una neoplasia epiteliale di presumibile origine ovarica, riferibile ad adenoma od adenocarcinoma cistopapillifero; non rilevo i caratteristici, se possiamo così definirli, aspetti da cellula mesoteliale, come la corona radiata citoplasmatica e le giunzioni window; conseguentemente propendo per una neoplasia epiteliale, che , con questi caratteri, potrebbe essere rappresentata da una neoplasia ovarica. In effetti l’escissione chirurgica delle ovaie e l’indagine istopatologica hanno identificato la presenza di una adenoma cistopapillifero ovarico.




7 commenti:

  1. Caso 2
    Chiedo delucidazioni:
    abbiamo versamento di natura neoplastica, grandi lembi papillari liberi nel versamento di cellule neoplastiche ovariche, (possiamo escludere lesioni papillari adese al peritoneo della stessa natura neoplastica?)
    Perchè parliamo di lesione di natura benigna?
    La controparte maligna dal punto di vista del comportamento biologico che differenza ha con questa, considerando anche che la maligna ha una progressione lentissima?
    Benignità solo dal punto di vista istopatologico ma non per il comportamento biologico?
    Sotto a chi tocca.....

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  2. L'aspetto morfologico è benigno, ma come vedi nel referto non si esclude la possibilità di una lesione maligna ben differenziata. In effetti all'atto dell'esame istologico è stato campionato anche il peritoneo, dove si rileva la presenza di protrusioni supportate da stroma fibroplasico vascolarizzato e ricoperto di mesotelio lievemente iperplastico, presumibile espressione di una peritonite cronica

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  3. Ciao.
    Per il caso 2.
    Non ho capito bene. La prima immagine fa riferimento a mesotelio o cellule neoplastiche? Io propenderei per mesotelio, ma possibile mi sbagli. Non ricordo di aver visto neoplasie ovariche esfolianti con quel “fringe” membranario. Nella seconda sembrerebbero sia mesotelio, sia cellule neoplastiche, nella terza solo cellule neoplastiche. Ma forse non ho capito nulla…
    Io non l’avrei mai dato come benigno…e mi sarei sbagliato per l’ennesima volta… ;-)

    U.

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  4. Carissimo U(go)
    ecco, i tuoi commenti hanno sempre il potere di squassarmi l'anima e riempirmi di sensi di colpa giusta e sacrosanta.
    Allora, espongo la mia opinione, non necessariamente condivisibile: riguardo la differenza epiteliali/mesoteliali è l'annoso problema dei citologi, quello che è per i teologi quando parlano di sesso degli angeli; nel computo generale delle cellule osservate qui, la similitudine e le aderenze morfologiche, ho interpretato l'esfoliazione come appartenente tutta alla linea epiteliale; possibilissimo che alcuni degli aggregati fossero mesoteliali, ma il risultato finale non sarebbe cambiato; se può servire, come commentavo prima, alcune sezioni di peritoneo, inviate dal collega con descrizione di "piccoli noduli dispersi" erano fatti da protrusioni di connettivo fibroplasico, ricoperti da singola linea di cellule mesoteliali, solo lievemente reattive, di cui non si apprezzavano mai disposizioni pseudopapillari. Questo fatto supporterebbe ulteriormente la natura epiteliale degli aggregati.
    Riguardo la benignità/malignità sarà forse per la mia anima conservatrice, ma la morfologia cellulare mi induceva a cautela; in ogni caso nel referto ho espresso la possibilità relativa alla duplice natura della proliferazione, consigliando anzi stadiazione e rimozione. Non credo che esistano criteri definitivi, sufficienti e categorici, ma solo modalità interpretative.

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  5. Allora citonauti: vi trascrivo paro paro una frase che ho letto sul Meuten, in riferimento ai tumori epiteliali ovarici (McLachlan, pag.548, in Meuten: Tumors of Domestic Animals, IVth edition: "extension of the tumor into adjacent structures such as the ovarian bursa or peritoneum is unequivocal evidence of malignancy".
    Su questa base avete ragione tutti a diagnosticare un carcinoma papillare ovarico; le evidenze si sono tuttavia rivelate diverse, con una struttura papillare ovarica di aspetto benigno all'istologia, ed assenza di impianti peritoneali.
    Non voglio dire che la diagnosi fosse ovvia, tanto è vero che ho ipotizzato un adenoma/adenocarcinoma nella diagnosi, da vigliacco infame.
    Voglio invece dire che forse sarebbe il caso di considerare la possibilità che anche tumori benigni possano dare luogo a sintomatologia equivoca ed a diagnosi morfologiche controvertibili.

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  6. Ciao!
    ho una tremenda necessità di abbassare il nobile livello di discussione....
    Caso 1: la presenza di quel tipo di agenti a fronte di una scarsa risposta infiammatoria non potrebbero far pensare ad un possibile inquinamento di natura iatrogena?
    Cristina

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  7. Inquinamento iatrogeno improbabile... questi sono funghi opportunisti, vivono in ambienti biologici, stento a credere in una contaminazione della strumentazione, soprattutto guardandoli così dispersi e numerosi.

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